Santori sceglie Schlein: "È un’outsider di rottura, la aiuterò a vincere"

La Sardina entusiasta: "La sua corsa non è governata dalle correnti. Il cambio del nome? Più della parola partito, mi piace comunità. Prenderò la tessera del Pd"

Bologna, 6 dicembre 2022 - "Finalmente Elly ha mostrato coraggio, la sua candidatura facilita l’ingresso nel Pd di chi era sulla porta ad aspettare". L’ex leader delle Sardine, Mattia Santori, oggi in consiglio comunale eletto nella lista dem, parteciperà al congresso costituente del Pd per sostenere la corsa alla segreteria dem di Schlein (alla quale hanno confermato le misure di sicurezza dopo l’attentato alla sorella Susanna, ndr). Ed è in procinto di prendere la tessera del partito.

Santori sceglie Schlein
Santori sceglie Schlein

La corsa dell’ex vicepresidente della Regione porterà persone nuove nel partito?

"Ora ci sono maggiori condizioni per chi, come me, era fuori ad aspettare. La candidatura di Elly ha una rappresentanza plurale. Nella sua iniziativa ha mostrato umanità, empatia e si è smarcata da chi la voleva comandata da qualche corrente. Ora sta a noi uscire allo scoperto. Coi calcoli non si fa innovazione, i tempi sono maturi per costruire un nuovo Pd".

Lei aveva definito il Pd tossico e malato. Ha cambiato idea?

"Chi non è dentro il Pd ha avuto delle motivazioni per non entrarci. Ma la vera notizia è che da quando Letta ha aperto un confronto vero siamo stati in tanti a bussare alla porta del Pd non con timidezza, ma con la voglia di fare. Questo è un aspetto positivo per una comunità politica che fino a pochi mesi fa arrancava su quale direzione prendere, sulla sua identità. Sento energie nuove, a differenza di Terzo Polo e M5s che fingono di non aver perso e si fanno gioco di un partito che, giustamente, si è preso del tempo per un confronto. Il Pd che oggi fa psicoanalisi tra un anno sarà diverso, rinnovato, con una nuova leadership. Alla faccia di chi sperava che morisse...".

Qual è il valore attrattivo della candidatura di Elly?

"Che è plurale, di rottura, radicale. Elly è un’outsider che parla a una comunità di persone prima di fare accordi coi portatori di tessere".

Che cosa ne dice del dibattito sul nome da cambiare?

"Lo dico da tre anni che andrebbe cambiato...".

Lepore ha lanciato il nome ’Partito democratico del lavoro’, lei?

"Mi piace, anche se preferisco la parola comunità a partito".

Era anche vicino a Bonaccini. La mobilitazione delle Sardine lo aiutò alle Regionali...

"Non ho mai nascosto la stima umana e amministrativa per Bonaccini. Ma i politici si giudicano anche dalle comunità che rappresentano. Io mi sento più vicino alla comunità di Elly, più affine al mio modo d vivere la politica e alla mia provenienza".

Non crede che col derby emiliano si rischi la scissione?

"Affatto, anzi al momento vedo un conflitto costruttivo su una piattaforma comune".

Non trova curioso che le correnti stiano quasi tutte con Schlein, che è l’outsider?

"Questa è solo una leggenda che qualcuno vuole far credere. Nella candidatura di Elly non c’è nulla di organizzato. Se parliamo di calciomercato mi pare che Bonaccini offra più garanzie...".

Con Schlein ci sono Franceschini, Provenzano, forse Orlando...

"Elly è una scheggia impazzita. La sua candidatura non è certo governata dalle correnti. Se poi Franceschini la sostiene, ha la libertà di farlo. Ma è una scelta sua. Non c’è alcun accordo".

Che partito sarà se Schlein vincerà le primarie?

"Un partito più orizzontale con tre stelle polari: ambiente, diritti civili e diritti del lavoro. L’alleanza giallo rossa e verde, per intenderci".

 

 

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