Santuario di Ripoli, restaurato l’organo

Lo strumento, che risale al periodo del Seicento, sarà benedetto domani dall’arcivescovo Zuppi

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Una chiesa, il suo organo. Festa per la musica e per la liturgia domani alle 21 al Santuario della Beata Vergine della Serra di Ripoli a San Benedetto Val di Sambro dove, alla presenza del cardinal Matteo Maria Zuppi, è prevista la benedizione e la presentazione del completamento del restauro dell’antico e prezioso organo che arricchisce l’armonia del luogo sacro e del caratteristico edificio in stile neoclassico. Lo strumento musicale, come già rilevato anni fa dal celebre studioso Oscar Mischiati, fu collocato nel 1888 dall’organaro Pietro Orsi in una raffinata cassa in legno che riprendeva l’altrettanto elegante cantoria lignea di Aristide Puccetti, risalente al 1882.

L’approfondita e documentata opera di restauro, realizzata con competenza e secondo modalità storico-filologica dall’organaro Paolo Tollari, ha rilevato nello strumento la presenza di nuclei di materiale nobile e più antico, che si può ricondurre agli organari seicenteschi Antonio Colonna e Carlo Traeri, oltre ad Alessio Verati, che operò nell’Ottocento.

Per mettere in rilievo tali caratteristiche verrà eseguito un programma musicale che impiegherà l’organo, suonato da Matteo Bonfiglioli, in accordo con la voce di un soprano, Patrizia Vaccari. Lo strumento sarà impiegato come solista, come accompagnatore e in funzione concertante.

Sarà possibile ascoltare musiche composte dal diciassettesimo secolo alla contemporaneità, riferibili ad autori gravitati nell’area bolognese, da Giovanni Paolo Colonna a Giambattista Martini, da Giacomo Antonio Perti a Gioachino Rossini, inclusa un’opera dell’esecutore all’organo della serata, scritta su un’antifona mariana, data la dedicazione del santuario alla Madonna.

Per la comunità locale e per gli intervenuti sarà anche l’occasione per visitare questo santuario, posto sul promontorio rivolto alla valle del Setta. Uno dei più antichi luoghi di culto dell’Appennino bolognese: la sua storia ebbe inizio attorno all’anno 1000, quando la Vergine apparve a due pastorelli chiedendo loro di erigere una chiesa sul luogo dell’evento miracoloso.

All’interno dell’edificio troviamo due icone di grande valore simbolico e storico: una statua in terracotta policroma della Madonna con Bambino del 1603 e una tela che riproduce la Madonna del Rosario, da molti considerata l’immagine originaria, la stessa portata in processione nel 1855 per contrastare la tragica epidemia di colera diffusa su tutto il territorio bolognese.

g. m.

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