
Nel 2016 l’incidente tra l’auto guidata dal 39enne e un’altra con due donne a bordo. Era accusato di lesioni e omissione di soccorso. L’attore: "Approfittando del cognome, mi davano per colpevole". L’avvocata Bongiorno: "Sentenza di primo grado palesemente erronea".
"Contrariamente a ogni eventuale pensiero prevenuto nei suoi confronti, Davide è una brava persona e un padre affettuoso di quattro bambini. Vive con la sua compagna e conduce una vita semplice e onesta. Non ha mai fatto del male a nessuno, io non ho mai avuto dubbi sulla sua sincerità. Comprendo le sue ferite ancora aperte di innocente messo alla gogna dai media". Nessuna esitazione, nessun dubbio da parte del papà, Vasco Rossi, sul figlio Davide, 39 anni, che vede comparire la parola ‘fine’ sulla lunga vicenda giudiziaria – quasi dieci anni – che lo ha coinvolto.
La Corte di Cassazione ha stabilito infatti che Davide Rossi non ha procurato lesioni né commesso omissione di soccorso nell’incidente avvenuto a Roma nel settembre 2016. La Cassazione, in conformità alla decisione della Corte d’Appello di Roma, ha archiviato definitivamente ogni procedimento a carico del figlio della rockstar. L’attore è stato assolto dall’accusa di lesioni per non aver commesso il fatto e dall’accusa di omissione di soccorso perché il fatto non sussiste.
"Grazie alla magistratura giustizia è fatta – ha dichiarato Davide Rossi –, siamo stati fiduciosi, la verità è venuta fuori, sono stato assolto. Sono molto contento, mi sono tolto un grande peso, mi fa solo ancora male il ricordo di alcuni titoli di giornale che, approfittandosi del cognome, mi davano per colpevole ancora prima che i fatti venissero verificati".
"È stata riconosciuta l’assoluta correttezza della condotta di Davide Rossi – le parole del suo avvocato, Giulia Bongiorno – ribaltando una decisione di primo grado palesemente erronea. Naturalmente siamo soddisfatti di questo epilogo".
Il fatto risale al 16 settembre 2016, quando Rossi, alla guida della sua auto, si era scontrato con un veicolo con a bordo due donne, che avevano riportato lesioni guaribili in 40 giorni. Per la Procura di Roma, non si fermò ad assistere le due, allontandosi dal luogo dell’incidente. Ma Rossi in primo grado aveva spiegato che il suo amico si era fermato a fare il cid e lui se ne era andato con la ragazza che era in auto con loro, molto scossa per l’incidente. Le sue dichiarazioni sono state poi confermate nei diversi gradi di giudizio.