
di Rosalba Carbutti
Il Pd bolognese si spacca. Ma non c’entrano provvedimenti amministrativi, distinguo politici, correnti o massimi sistemi. È l’armocromia a rendere agitate le acque dem. Tutto nasce dall’intervista di Elly Schlein a Vogue. La segretaria del Pd, discettando di ’power dressing’, spiega di affidarsi ai "ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio".
Schlein e Chicchio, entrambe bolognesi d’adozione, sono amiche e l’esperta conferma: "Sono orgogliosa di lavorare con Elly e scegliere con lei le giuste cromie, dietro le quali si veicolano messaggi importanti. Ma – precisa – l’unica armatura di Elly è il potere delle sue idee".
In un’ intervista a Repubblica.it, poi, specifica di averle fatto sostituire l’eskimo con un trench di taglio sartoriale e di fare da personal shopper alla leader Pd, specificando il suo ’tariffario’: 140 euro l’ora per il lavoro sui colori che diventano 300 per lo shopping, ma "con Elly ho un forfait".
Da qui, sono partiti attacchi, polemiche, critiche. E pure tra i dem bolognesi sul tema non c’è il pensiero unico. Anzi. A prendere le difese della segretaria è il dem Lorenzo Cipriani, presidente del Porto-Saragozza, con un passato a sinistra del Pd: "Ovviamente siccome Elly Schlein è una donna, ed è una donna forte, capace e competente" ci si deve occupare "di come si veste". Sicuramente non sarebbe successo "con un segretario uomo", scrive su Facebook.
Al di là di chi risponde mostrando la copertina di Vanity Fair con Matteo Renzi (allora leader dem) che si annoda la cravatta, prende la questione di petto il dem Davide Di Noi. E su Facebook replica al collega di partito: "Questo è un errore di comunicazione grande come una casa. A sinistra sappiamo che la lente d’ingrandimento c’è, mentre da altre parti non si usa. Io la difendo pure Elly per queste scelte, le trovo “normali”, se te le puoi permettere.. ma non tutto va detto quando ricopri un ruolo". E aggiunge: "Io queste cose le dico perché ho studiato comunicazione...".
Nel botta e risposta sui social, intervengono in parecchi e se c’è chi rivendica di poter parlare di lusso (e stylist) da sinistra, ad affondare ’sul caso armocromista’, è la presidente delle Acli, Chiara Pazzaglia. Che è sulla linea di Di Noi: "Quello di Schlein è stato un errore di comunicazione. Paladina della sinistra, dichiara di farsi seguire da una personal shopper, che quando sfodera il tariffario… si capisce che è tutto tranne di sinistra. D’altra parte anche la pratica della surroga è tutto tranne che di sinistra", punge. E alza il tiro: "Essendo laureata in logica, posso affermare che il Pd non è un partito di sinistra. Quella di Schlein è una scelta legittima per una donna, del tutto normale se puoi permettertelo ma quando ricopri quel ruolo, beh. Almeno taci per decenza, perché dovresti parlare al cuore delle famiglie che non arrivano a fine mese: con che faccia lo fai?", conclude. Di tutt’altro avviso il consigliere Pd Franco Cima che attacca: "Colpisce la cattiveria delle donne verso Schlein. Anche e soprattutto delle donne che vogliono usare questo come argomento politico. Bassezza e miseria camuffata da ironia...", puntualizza.
Ma, intanto, Pazzaglia raccoglie una settantina di ’mi piace’: tra questi, anche quello dell’ex consigliera Pd, Raffaella Santi Casali. Insomma, la nuova frontiera delle divisioni Pd non sono più le correnti. Ma l’armocromia. E un trench di taglio sartoriale da sfoggiare, indifferentemente, su Vogue e in piazza.