Sciopero scuola 10 dicembre a Bologna: nel mirino la Legge di Bilancio

Si fermano gli insegnanti, i collaboratori scolastici e i presidi. A proclamarlo Flc Cgil, Uil, Snals-Confsal e Gilda Unams che contestano le risorse destinate alla scuola

Sciopero della scuola il 10 dicembre

Sciopero della scuola il 10 dicembre

Bologna, 28 novembre 2021 - Dieci dicembre sciopero della scuola: dagli insegnanti ai collaboratori scolastici ai presidi. A proclamarlo, a livello nazionale, Flc Cgil, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams. Controcorrente la Cisl Scuola.

"A distanza di settimane, nessuna apertura, nessuna mediazione, nessun passo in avanti da parte dell’Amministrazione per cercare di dare risposte al personale della scuola rimasto senza atto negoziale per il rinnovo del contratto e senza risorse per aumenti a tre cifre come promesso dallo stesso Ministro”, spiega l’Flc Cgil nella newsletter. Si conclude così il tentativo di conciliazione a seguito della proclamazione dello stato di agitazione.

Cinque i temi cruciali per la scuola ai quali, per i sindacati, non si è avuta risposta: rinnovo contrattuale; organico covid; classi troppo numerose; misure a costo zero disattese; precariato. “Il governo ha fatto una scelta molto precisa: disinvestire sui docenti e il personale – spiega il segretario generale Flc Cgil, Francesco Sinopoli -. Questo è il momento di rivendicare ciò che è giusto, è il momento del conflitto. Sappiamo che c’è tanta sfiducia, due anni di pandemia non hanno cambiato la situazione, ma questo paese non si cambia da solo”. "Sei mesi esatti, sei mesi senza risposte – commenta il segretario generale Uil Scuola, Pino Turi -. Tanto è trascorso dalla firma il 20 maggio scorso del Patto sulla scuola. Un accordo in 21 punti nei quali la scuola veniva definita risorsa fondamentale per il rilancio del Paese. Banco di prova di queste misure strategiche, la Legge di Bilancio. In una manovra da 33 miliardi, si è deciso di destinarne agli insegnanti italiani lo 0,62% e nemmeno per tutti. Con questo sciopero vogliamo mettere in evidenza quello che è il fiore all’occhiello di questo Paese. Abbiamo dato prova di essere persone molto pragmatiche. Il personale della scuola non va a bruciare i cassonetti ma ora basta; la politica deve dare risposte concrete. Dopo mesi  di riunioni su riunioni, abbiamo capito che questo è un sistema che non può risolvere i problemi. È un problema politico, siamo in emergenza ‘zona rossa’ e non c’è più possibilità di risolvere i problemi, con i rituali. Bisogna decidere".

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