Sciopero scuola Bologna, tutti in piazza per dire "no alla Dad"

Tantissimi genitori, bambini e ragazzi hanno aderito alla mobilitazione promossa da Cobas

Sciopero della scuola contro la Dad anche a Bologna (foto Dire)

(DIRE) Bologna, 26 mar.

Bologna, 26 marzo 2021 - Sebbene tornare a sedersi sui banchi di scuola sembri ormai un obiettivo difficile da raggiungere, le volontà dei cittadini - raccolti in una folla che ha compreso adulti e bambini - non si sono lasciate sopraffare, convincendo centinaia di persone a ritrovarsi stamattina in piazza del Nettuno.

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Durante la giornata di sciopero promossa da Cobas, Coordinamento precari della scuola e comitato Priorità alla scuola, infatti, la richiesta di riaprire gli edifici scolastici in presenza e in sicurezza ha mosso ancora una volta gli animi di genitori, alunni e insegnanti.

"Vogliamo la scuola per imparare a vivere, non la dad per appassire" recita il cartello di un piccolo alunno delle elementari; "La dad non è scuola, investiamo sulla scuola in presenza", "Ridate l’asilo ai bambini" recitano, invece, quelli tra le mani di mamme e insegnanti. Le volontà, poi, si sono trasformate in una richiesta unanime e a gran voce.

"Siamo consapevoli che sia necessaria una svolta per dare priorità alla scuola, perché ciò significa, allo stesso tempo, dare priorità ai bambini e ai ragazzi. È infatti inaccettabile che in un paese non si riesca ad avere uno sguardo che comprenda le esigenze delle nuove generazioni. La scuola è il cuore di tutto, e chiuderla significa aumentare le disuguaglianze sociali e culturali: è per questo che ci siamo ritrovati qui stamattina. I soldi destinati alla scuola devono servire a realizzare ciò che noi riteniamo essenziale, come diminuire gli alunni per classe e aumentare gli spazi, affinché si possa ripartire ora ed in sicurezza" ha sottolineato Luca Castrignanò di Cobas.

"Chiediamo dunque investimenti per la sicurezza degli edifici scolastici e risorse per i nuovi spazi: già ora le iscrizioni per le scuole superiori sono eccedenti agli spazi disponibili. Non rifiutiamo la tecnologia ma ne rifiutiamo l’uso se ciò comporta la trasformazione delle scuole in qualcosa di totalmente diverso, come sta accadendo con la didattica a distanza". Sotto il Nettuno, le voci di insegnanti, alunni e famiglie si sono incrociate per esprimere le stesse volontà, evidenziando una situazione che "merita di essere rivista al più presto". "Il fatto che gli adolescenti, al contrario dei bambini più piccoli, non abbiano nemmeno più voglia di scendere in piazza per protestare ci evidenzia ancora una volta il problema che si sta riversando sui giovani, che stanno persino perdendo la voglia di uscire di casa - hanno sottolineato le mamme sconfortate e presenti in Piazza -. Stanno infatti pagando uno scotto troppo grande, e meritano di essere tutelati e di nuovo stimolati: ormai non ci si ricorda nemmeno più quanto era bello andare a scuola in presenza".   

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