di Monica Raschi
Nei primi sei mesi dell’anno, presso l’Irccs Istituto delle Scienze neurologiche dell’Ausl di Bologna, sono stati presi in carico 897 pazienti con sclerosi multipla e la stima è di oltrepassare i mille entro la fine dell’anno. "Il trend è in crescita come nel resto del mondo – spiega Francesco Nonino, responsabile dell’Unità operativa di Epidemiologia e statistica dell’Istituto Scienze neurologiche dell’Ausl–. Indubbiamente l’aumento dei casi è spiegabile in parte con una capacità diagnostica molto affinata, ma anche la frequenza naturale della malattia è in aumento". Il neurologo ammette che ancora non si è in grado di definire in modo preciso le cause di questo incremento: "E’ una malattia demielinizzante (perdita delle guaine mieliniche, che avvolgono e isolano la maggior parte delle fibre nervose, ndr) con una importante componente infiammatoria autoimmune e degenerativa a danno del sistema nervoso. Anche cause ambientali potrebbero avere un ruolo importante, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi".
Il numero maggiore di persone con sclerosi multipla è costituito da giovani donne (rapporto di 2-3 a uno rispetto agli uomini): l’esordio della malattia, generalmente, avviene tra i venti e i quarant’anni, "nel pieno della vita personale e lavorativa – fa notare Nonino – questo rende necessarie cure personalizzate nell’ambito di una medicina di precisione, con farmaci efficaci e tollerabili. Questa è la sfida del futuro per quanto riguarda la sclerosi multipla". Rispetto a questo traguardo, c’è ottimismo da parte di Francesco Nonino: "Siamo a buon punto, direi nel giro di pochi anni". E’ stato l’obbiettivo del lavoro effettuato dai team guidati da Nonino che hanno collaborato all’inserimento nella nuova lista dei farmaci essenziali dell’Organizzazione mondiale della Sanità di tre medicinali per la cura della sclerosi multipla: rituximab, glatiramer acetato e cladribina. Un risultato definito dall’Organizzazione mondiale della Sanità come "storico". "Con l’introduzione di questi nuovi tre farmaci nella lista di quelli essenziali, da oggi tutti i Paesi del mondo, anche quelli con risorse limitate, potranno accedere anche a medicinali costosi a condizioni più vantaggiose – chiarisce Nonino –. Anche sui nostri pazienti, che pure hanno accesso a tutti i farmaci disponibili, vi potranno essere ricadute positive. Il centro sclerosi multipla dell’Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna è già una struttura di eccellenza, circa il dieci per cento dei nostri assistiti arriva da altre province o da altre regioni. Questo ulteriore nostro posizionamento nell’ambito internazionale potrà facilitare un ulteriore miglioramento dell’offerta di cura".
Il grande risultato ottenuto dopo due anni di lavoro anche grazie al contributo della Regione, in particolare dell’Irccs Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. Dell’equipe internazionale di lavoro fa parte il Gruppo Cochrane Sclerosi Multipla e Malattie Rare del Sistema Nervoso Centrale, che ha sede nell’Unità operativa di Epidemiologia e Statistica del Bellaria, diretto da Nonino e composto da Elisa Baldin e Ben Ridley. Il progetto, promosso da ‘Multiple Sclerosis International Federation’, federazione internazionale di associazioni di persone affette da sclerosi multipla, ha coinvolto 51 esperti e rappresentanti dei pazienti da 24 Paesi del mondo. La richiesta all’OMS di inserimento dei tre medicinali è stata avanzata dalla Federazione insieme al centro collaboratore ’Who Collaborating Centre in Evidence-Based Research Synthesis and Guideline Development’, che fa capo all’assessorato regionale alla Sanità, settore Assistenza ospedaliera, area Governo del farmaco e dispositivi medici, diretto da Nonino e composto da Elisabetta Pasi, Roberta Giroldini e Lucia Magnano.