Prima della pensione, Ignazio Licari, 62 anni di Molinella, deceduto l’altro giorno a causa del Coronavirus, era stato uno dei pilastri del reparto dove vengo fabbricate le protesi mioelettriche all’Inail di Budrio, ossia gli arti artificiali controllati da una debolissima corrente elettrica che viene rilevata tramite dei sensori posti sui muscoli residui.
Anche dopo il congedo dal lavoro, aveva continuato ogni mese ad andare a trovare gli ex colleghi. A Molinella, talvolta, si occupava di volontariato, ed era stimato e benvoluto da tutto il paese. La sua vita, però, l’aveva trascorsa all’Inail di Vigorso a Budrio, dove sia gli assistiti che i colleghi lo ricordano con affetto. L’azienda protesica fa sapere di essere vicina alla famiglia in un momento di dolore.
L’ingegnere Rinaldo Sacchetti, conosciuto nel mondo proprio per i suoi studi sulle protesi miolettriche, era un caro amico di Licari: "Lo consideravo un fratello – sottolinea –. L’Inail di Budrio è una grande famiglia e lui tornava sempre a trovarci. C’era un rapporto stretto con Ignazio e quando abbiamo saputo della sua scomparsa siamo rimasti molto scossi. Era andato in pensione ed era in una forma ottima. Aveva il diritto di trascorrere gli anni rimanenti con la sua famiglia, e, invece, questo terribile virus ce l’ha portato via".
Sacchetti lo descrive: "Era gentile e di una disponibilità assoluta verso gli assistiti e i colleghi. Quando andò in pensione circa 4 anni fa, era commosso. La stessa commozione l’ha lasciata nei suoi colleghi, che non potevano più avere il piacere di lavorare con lui tutti i giorni".
Lascia la moglie e una figlia, già sposata e attualmente all’estero. Sui social ci sono già quasi duecento commenti di condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Ignazio Licari.
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