Bologna, scontri in via Zamboni. Migliaia di studenti firmano 'basta'

Adesione in massa alla petizione lanciata su Change.org dopo le violenze. “Vandalismo inacettabili”

Le barricate in piazza Verdi dopo gli scontri (Schicchi)

Le barricate in piazza Verdi dopo gli scontri (Schicchi)

Bologna, 10 febbraio 2017 – «Siamo di fronte a una protesta violenta che attacca la scelta di installare i tornelli all’ingresso di una biblioteca universitaria. Una scelta sacrosanta che non inficia in alcun modo il diritto allo studio e la possibilità di frequentare liberamente le strutture universitarie. Anzi». E’ netta la presa di posizione del sindaco Virginio Merola contro gli studenti che ieri sono resi protagonisti delle scena di guerriglia in via Zamboni.

Una presa di distanza comune anche alla gran parte degli studenti, visto che la petizione lanciata su Change.org contro l’operato del collettivo Cua ha ottenuto in poche ore oltre 5.000 sottoscrizioni. Studenti, la gran parte, indignati per la decisione di occupare la biblioteca del collettivo, che ha scatenato la giornata di guerriglia urbana in zona universitaria. «Alla luce di quanto accaduto di recente in via Zamboni 36, per questo ed altri atti vandalici perpetrati dal Cua a danno dell’Universita’, noi studenti- si legge nel testo della petizione- scegliamo di dissociarci dalle azioni del collettivo in segno di critica e di protesta. Supportiamo le istituzioni dell’Ateneo e attendiamo che vengano presi dei provvedimenti nei confronti dei responsabili dei danni ai quali l’Università ha assistito».

Basta leggere i commenti per capire che gli eventi di ieri non hanno funzionato tanto come operazione simpatia nei confronti degli antagonisti. «Sto firmando perché in quanto studentessa e in quanto donna di sinistra - scrive Francesca - mi sento offesa dagli atti turpi commessi dal collettivo ai danni di un luogo comune in cui la cultura e il discernimento logico tra vandalismo e giustizia sociale dovrebbero farla da padroni». «Si tratta - è invece il messaggio di Federica - di atti inaccettabili all’interno di un Ateneo che dovrebbe dare solo esempi di giusti valori e cultura».

«Ideologicamente - premette Rosalia - sono contro i tornelli. Ma la distruzione e la violenza no. E’ da persone stupide e con scarso interesse verso l’università». Ragioni simili porta Alessia: «Sto firmando perché non ammetto che sotto la maschera della protesta si commettano atti di vandalismo e di violenza ai danni delle strutture dell’Ateneo, e quindi di noi studenti, e soprattutto a rischio e pericolo della salute e della vita di chi si trova volontariamente o per caso coinvolto». Giovanni, invece, si dice «stanco di dover assistere a queste proteste e stanco di vedere quella zona della città così degradata e in mano a quella gente».

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