REDAZIONE BOLOGNA

Scontro politico e carte bollate. Lepore: "Blitz da ’Soliti ignoti’". FdI replica a suon di querele

Il primo cittadino pronto a denunciare: "Ci voleva l’autorizzazione del Gabinetto del sindaco". Bignami: "Basta falsità, pronto a tutelarmi anche civilmente". Scintille Pd-meloniani in consiglio .

Il primo cittadino pronto a denunciare: "Ci voleva l’autorizzazione del Gabinetto del sindaco". Bignami: "Basta falsità, pronto a tutelarmi anche civilmente". Scintille Pd-meloniani in consiglio .

Il primo cittadino pronto a denunciare: "Ci voleva l’autorizzazione del Gabinetto del sindaco". Bignami: "Basta falsità, pronto a tutelarmi anche civilmente". Scintille Pd-meloniani in consiglio .

Il Giorno del Ricordo finisce a carte bollate. E lo scontro politico tra Matteo Lepore e Fratelli d’Italia si accende dentro e fuori il Consiglio comunale. La miccia è la deposizione della corona per commemorare le vittime delle Foibe a Palazzo d’Accursio, avvenuta domenica sera. Un ingresso "non autorizzato" ribadisce ieri il sindaco, attaccando i meloniani di "essere entrati con uno stratagemma, come ne ’I soliti ignoti’", annunciando poi una denuncia degli organizzatori, la sezione giovanile di FdI, Gioventù nazionale. I vertici locali del partito, guidati dal capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, dalla loro, annunciano una controdenuncia nei confronti di Lepore. Il tutto è avvenuto domenica sera dopo le 19, al termine della fiaccolata di una trentina di esponenti di Gioventù nazionale per commemorare le vittime delle Foibe, mentre poco distante un collettivo studentesco ha organizzato una contro-manifestazione. La Questura – come ha confermato ieri – era a conoscenza di entrambe le iniziative. Lepore attacca i meloniani: "Hanno provato a entrare da tutti i lati, hanno trovato uno stratagemma per farsi aprire, intrufolarsi a palazzo e fare entrare alcuni militanti. Queste sono cose che di solito fanno i ragazzini...". Stando alla ricostruzione del Comune, sarebbe stata la consigliera e vicepresidente del Consiglio comunale Manuela Zuntini a chiedere di entrare a Palazzo per recuperare effetti personali. Ricostruzione contestata ieri in consiglio comunale dalla collega meloniana Elena Foresti e dalla stessa Zuntini.

"Con la collega Zuntini – dice la Foresti – abbiamo suonato a Palazzo d’Accursio, siamo entrate, abbiamo appoggiato la corona e siamo uscite. Ci hanno accompagnato quattro persone adulte (tra queste, il consigliere regionale di FdI Francesco Sassone), perché avevano paura che ci picchiasse qualcuno, visto che in piazza c’erano i collettivi e il clima era davvero brutto".

Conferma Zuntini: "Su quanto accaduto sono state dette falsità e menzogne. Facciamo questa fiaccolata da 15 anni. Siamo arrivati in fondo a via D’Azeglio e siamo stati fermi per 40 minuti perché c’era una contro manifestazione. Per questo siamo arrivati in ritardo e abbiamo trovato il cortile chiuso". Lepore punta il dito su FdI: "Chi vuole fare manifestazioni a Palazzo d’Accursio deve chiedere l’autorizzazione al Gabinetto del sindaco. La destra alimenta lo scontro". Ribatte Bignami, tirato in ballo domenica sera da Lepore, che nega di aver contribuito a un presunto "ingresso abusivo", e annuncia iniziative legali anche in sede civile. Stefano Cavedagna, europarlamentare di FdI e portavoce di Gioventù nazionale, risponde accusando il sindaco, documentando di aver preallertato la Questura della manifestazione, che si sarebbe dovuta concludere nel cortile di Palazzo d’Accursio.

Dal Comune, però, si fa sapere che "la comunicazione alla Questura non sostituisce quella al cerimoniale. Cosa che peraltro è avvenuta lo scorso anno per la stessa manifestazione, con gli stessi organizzatori che ben conoscono la procedura". In difesa del sindaco i consiglieri dem in Consiglio comunale. Loretta Bittini ha definito "il blitz di FdI squallido", mentre per Maurizio Gaigher "il cortile di pietra di Palazzo d’Accursio non è la sede di FdI, ma lo spazio democratico di tutti i cittadini".

Attacca anche il dem Claudio Mazzanti: "Basta provocazioni durante una festa che dev’essere di tutti". Per i Giovani democratici, dicono Paky Tiani e Filippo Simeone, "quella di FdI è una provocazione inaccettabile", mentre per Annalisa Corrado della Direzione Pd nazionale si tratta di "un oltraggio alle istituzioni". Getta acqua sul fuoco il deputato Pd Andrea De Maria: "La memoria del Giorno della ricordo unisca tutta la comunità nazionale". In sintonia il senatore Marco Lombardo: "I recenti fatti di Basovizza e le polemiche di Bologna ci ricordano quanta strada ci sia ancora da fare nel nostro Paese per riconciliare questo capitolo buio della nostra storia".

Attacca FdI Sinistra Italiana: "Condanniamo con fermezza l’intrusione di gruppi organizzati dietro uno striscione di dannunziana memoria e di rivendicazioni di stampo mussoliniano". La Lega, con Matteo Di Benedetto, "chiede di non polarizzare lo scontro", mentre in serata il senatore meloniano Marco Lisei chiede "le dimissioni di Lepore".

ros. carb.