Bologna, muri puliti subito imbrattati con decine di scritte a firma Cua

Sul muro della Pinacoteca, in via Belle Arti, l’invito a una manifestazione E frasi contro la polizia in via San Giacomo, vicino allo spazio occupato

Il muro della Pinacoteca imbrattato con la ‘convocazione’ di un presidio

Il muro della Pinacoteca imbrattato con la ‘convocazione’ di un presidio

Bologna, 18 febbraio 2022 - Quei muri puliti non riescono proprio a restare, neppure per una settimana. Chi vive e lavora in zona universitaria non si porta solo la croce della cattiva movida e dello spaccio sulle spalle. Ma pure la consapevolezza che i muri della propria casa sono una sorta di tela, dove chiunque può esprimere i propri pensieri, i propri malumori e pure dare appuntamento, se lo ritiene opportuno, agli amici.

In questo senso, negli scorsi giorni tra via San Giacomo, piazza Puntoni, via Zamboni e via Selmi sono comparse decine di scritte, tutte vergate con la stessa scrittura, molte su muri ‘immacolati’, appena verniciati. "Fasci e sbirri fuori dalla zona uni" è il tenore dei messaggi che come la strada di mattoni dorati per Dorothy, conducono tutti verso lo Split, spazio occupato dal Cua in via San Giacomo la scorsa primavera.

Che ci sia lo zampino di qualcuno vicino al collettivo dietro questa espressione diffusa di discutibile arte muraria lo fa supporre la presenza, accanto alle scritte, proprio dei volantini dello spazio sociale Split. Non solo. La scritta più grande è apparsa nelle scorse ore sul muro della Pinacoteca, in via Belle Arti. E, occupando tutta la lunghezza della parete, invita a una manifestazione in programma questa mattina in piazza Aldrovandi, pubblicizzata sulla pagina Facebook del collettivo (con tanto di foto della ‘convocazione’ sul muro).

"Tante volte ho cercato il dialogo con i ragazzi di Cua, tentando di dire loro che potrebbero utilizzare, come si faceva negli anni ’70, dei tazebao, così da condividere con la città i propri messaggi senza imbrattare i muri. Ma nulla, non c’è modo di farsi ascoltare", racconta Otello Ciavatti che con il comitato di piazza Verdi proprio negli scorsi giorni, armato di pennelli e secchi di vernice, ha tinteggiato i muri massacrati di via de’ Bibiena, via Acri e via Petroni e ha pure siglato un accordo con il Quartiere Santo Stefano che dà agli ‘imbianchini di vicinato’ libertà di azione quando lo ritengono opportuno. "Nei prossimi giorni pensavamo di dedicarci a piazza Scaravilli, via Belle Arti, via Bertoloni.

E pure via San Giacomo, che è diventata una riserva del Cua. I cittadini iniziano però ad essere stanchi – commenta sconsolato Ciavatti –: è difficile trovare dei volontari per questo tipo di interventi, perché sappiamo che la nostra fatica, nel giro di due, tre giorni al massimo, viene vanificata".

Come in un supplizio di Sisifo in salsa bolognese, il muro appena verniciato torna a raccontare tormenti, amore, politica e scarabocchi. Questa frustrazione, questo sforzo non ripagato, li traduce bene una residente commentando sulla chat della zona universitaria: "È come tentare di svuotare il mare con un cucchiaino".  

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