Scuola Emilia Romagna, lunedì l'inizio. I numeri del nuovo anno 2019 / 20

Studenti in leggero calo, segreterie al lavoro per le supplenze. Vaccini, aule e orari diversi per alunni no vax. Versari: "Aiutiamo i ragazzi a sperare e rischiare"

Bologna, 12 settembre 2019 - In numeri l’anno scolastico 2019-2020 in Emilia Romagna vede una leggera flessione degli studenti (-0,21% da 549.312 a 548.176 anche se medie e superiori crescono) e un incremento degli studenti disabili (+4,12% da 17.845 a 18.581). Salgono anche le classi autorizzate (da 25.056 a 25.139), i docenti da mettere in cattedra (da 56.081 a 57.420) e gli Ata (personale tecnico ammnistrativo e collaboratori scolastici da 14.576 a 14.778). Sono il 14,7% (pari a 3,703 su 25.139) le classi in deroga al tetto del 30% come presenza di bambini non italiani.Infine, le immissioni in ruolo. Le assunzioni a tempo indeterminato di insegnanti dovevano essere poco più di cinquemila, alla fine sono state 3.041 perché le graduatorie cui attingere non avevano più candidati. Per contro 3.778 gli Ata arruolati.

A scattare la fotografia del nuovo anno scolastico al via lunedì 16, è l’Ufficio scolastico regionale. Questo mentre le segreterie scolastiche sono al lavoro per trovare migliaia di supplenti. “Ci sono due motivi che determinano le supplenze – rivela il direttore dell'Usr, Stefano Versari -: i docenti di sostegno, perché non ce ne sono in numero adeguato e il fenomeno quota 100”. Avendo sistemato i docenti di ruolo, “con assunzioni dalle graduatorie più dell'anno scorso ed esaurendo le procedure concorsuali, ci sono docenti che sono andati in pensione a febbraio, quando la procedura prevede il pensionamento a dicembre. L'Inps non è stata in grado di svolgere tutte le operazioni e non è stato possibile stabilire il numero di assunzioni a copertura di quelli di 'quota 100', che saranno circa un migliaio. Ecco spiegate le supplenze. Se togliamo i pensionamenti e gli insegnanti di sostegno, i supplenti sono calati rispetto allo scorso anno”.

Numeri e non solo. Perché alle scuole emiliano romagnole, il direttore generale invia il suo personale augurio di buon anno scolastico che, tra citazioni dell’attore Diego Abatantuono, papa Francesco e il pedagogista Mario Lodi, affinché, “giorno dopo giorno, insieme, aiutiamo i nostri ragazzi a sperare e rischiare scegliendo per il meglio, aprendo così sempre nuove finestre”. Perché la scuola “altro non è che un tentativo strutturato di guardare il mondo dalle diverse finestre delle discipline. Guardare la realtà da queste finestre, allievi e maestri insieme, per esservi introdotti, passo dopo passo. Compiere questo cammino di iniziazione alla vita adulta comporta decisioni in ogni momento. E la decisione porta con sé il rischio, perché comporta la scelta fra diverse opzioni. Per questo il rischio è strettamente connesso all’educazione. Con la consueta facilità comunicativa, Papa Francesco a Villa Nazareth osservava: "Come possiamo ridestare la grandezza e il coraggio di scelte di ampio respiro, di slanci del cuore per affrontare sfide educative e affettive? La parola l'ho detta tante volte: rischia! Rischia. Chi non rischia non cammina. "Ma se sbaglio?". Benedetto il Signore! Sbaglierai di più se tu rimani fermo".

Vaccinazioni

Per i bambini delle materne che non sono in regola con i vaccini stabiliti per legge “i dirigenti scolastici, nei prossimi giorni, compileranno il decreto di revoca dell'iscrizione scolastica”, annuncia Versari che non fornisce numeri su quanti siano questi irregolari. Per la fascia 3-6 anni, aggiunge, i presidi “sono pronti a emanare, per chi non ha completato la profilassi, i decreti di revoca dell'iscrizione che poi come da procedura trasmetteremo alla Procura presso il Tribunale per i minorenni. Il problema è più complesso per la scuola dell'obbligo, dove non sono previste misure coercitive, ma dobbiamo pensare a soluzioni per tutelare gli studenti immunodepressi che ci sono in aula”. Come è successo in alcune scuole della regione, casi "che si contano sulle dita di una mano – spiega il dg - e per i quali abbiamo cambiato classe a bambini non vaccinati, differenziato le pause per l'intervallo o l'ingresso in palestra e abbiamo alternato gli orari della mensa e delle lezioni. Ad oggi, non ci risulta che nessun bambino immunodepresso sia costretto a rimanere a casa da scuola”.  

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