Scuola in casa a Bologna."Qui tutto è lezione"

Nella famiglia Gangemi i quattro figli sono educati dalla mamma: "Ogni scusa è buona per imparare". Dall’idea è nato un documentario

La mamma Caterina Bonori

La mamma Caterina Bonori

Bologna, 25 agosto 2020 - Provare la febbre a casa tutte le mattine, indossare la mascherina e portarne una di ricambio, non condividere matite e penne. Se queste sono le regole contenute nella ’check list’ del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari per il ritorno a scuola degli alunni bolognesi, c’è chi una routine del genere a settembre non dovrà seguirla. Si tratta di due adolescenti, Ines e Miranda, e due bambini, Vinicio e Martino

Vivono a Bologna in zona Roveri, hanno 14, 12, 9 e 7 anni e da sempre (a parte Ines che ha fatto la prima elementare a scuola), studiano a casa con la loro mamma: Caterina Bonori, 45 anni, psicopedagogista che, prima di occuparsi della loro istruzione casalinga, era coordinatrice pedagogica di un asilo nido. 

Poi, col compagno e padre dei quattro ragazzi Alessandro Gangemi, nel 2013 ha preso una decisione molto impegnativa e rivoluzionaria, quella di seguire la strada dell’educazione libertaria e di dedicarsi totalmente ai bambini, lasciando il lavoro, cosa che ha fatto anche Alessandro. Una storia talmente particolare e quasi unica nel nostro territorio da attivare l’interesse di Valentina Olivato, insegnante e scrittrice, che ha deciso di raccontarla nel suo documentario 'The Childhood Experience', lungometraggio proposto in anteprima internazionale il prossimo 27 agosto, al Not Film Festival di Santarcangelo. 

La regista e sceneggiatrice era ’sbarcata’ nella quotidianità della famiglia, rispondendo a un annuncio di lavoro per supportare l’educazione delle figlie più grandi. E dopo poco si è convinta che un racconto esistenziale così non c’era e bisognava renderlo noto, anche per informare, perché di istruzione casalinga si sa pochissimo: eppure è riconosciuta dalla Costituzione. 

"Non è stata una scelta facile, – racconta Caterina Bonori – perché ci ha obbligati a rivoluzionare il pensiero cui culturalmente eravamo abituati. Devi avere l’incoscienza di mettere in discussione non solo l’aspetto formalmente didattico di questa esperienza, ma tutto il sistema di vita di una famiglia e non c’è mai un punto di arrivo, vai verso l’ignoto, devi costruire tutto secondo le tue esigenze". Prosegue: "La vita è cambiata radicalmente anche se, per come siamo fatti io e Alessandro, il germe di questa attitudine fuori dai canoni c’è sempre stato... Ora vivo con i miei figli 24 ore al giorno e stiamo insieme in maniera differente, facendo entrare nell’educazione scolastica qualsiasi esperienza, compreso il viaggio".

Cosa sia esattamente l’educazione libertaria lo spiega molto chiaramente Vinicio, dall’«alto» dei suo nemmeno sette anni (l’età che aveva quando sono iniziate le riprese): "Per la mamma e per tutti noi – sono le sue parole – la scuola libertaria è qualsiasi cosa. Può essere a volte giocare, studiare sull’albero, fare cose che non servirebbero per studiare, ma che noi usiamo per studiare".  

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