Al via una consultazione, con il mondo della scuola, per "scelte giuste e durature" sul calendario. Ad annunciarlo è la sottosegretaria alla presidenza della Regione, Manuela Rontini. In precedenza, l’assessora regionale alla Scuola, Isabella Conti aveva espresso la volontà di mettere mano al calendario. Conti ha parlato di uno ‘spring break’, una pausa primaverile sul modello dei paesi del Nord Europa, con un allungamento dell’anno scolastico sia a settembre che a giugno.
"Non si tratta solo di stabilire delle date, ma di ragionare su come il tempo scuola, il tempo che i nostri ragazzi passano tra i banchi – spiega Rontini al question time –. Si intreccia con le esigenze educative, formative, sociali, familiari e anche economiche delle comunità locali. Vogliamo pertanto avviare un percorso di ascolto e di confronto ampio e strutturato che coinvolga tutti gli attori, le istituzioni scolastiche, le rappresentanze sindacali, le associazioni dei genitori, gli enti locali, le categorie economiche, il mondo del terzo settore e anche l’Assemblea legislativa".
Insomma si tratta di un "ragionamento a 360 gradi, tenendo conto delle specificità dei diversi territori e delle soggettività in gioco". In questo iter, avverte Rontini, sarà "fondamentale anche il tema del finanziamento delle attività integrative e di conciliazione, soprattutto nei periodi di sospensione della didattica, per garantire a bambini e ragazzi opportunità educative e inclusive al tempo stesso supporto concreto tutto alle famiglie". La consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini si dice "soddisfatta perché è l’inizio di un percorso molto interessante. Non si parlerà del prossimo anno scolastico". Infine ennesimo appello del coordinamento dei Consiglio di istituto bolognesi che invita a fare in fretta. Il coordinatore Cosmo Damiano Modugno sollecita di nuovo una modifica del calendario. "Riteniamo – si legge nella lettera al presidente regionale Michele de Pascale – che sia opportuno aggiornare la delibera, emanata oltre un decennio fa, anticipando l’inizio delle lezioni di una settimana e posticipando il termine di qualche giorno".
Occorre "ridurre il rischio che il lungo periodo estivo possa comportare una perdita di competenze che grava sulle fasce più fragili, sugli studenti che a casa non possono godere di adeguati stimoli e sostegni educativi"
f.g.s.