Ecco la prima scuola senza libri: a Bologna si studia con l’Ipad

Da gennaio via alla sperimentazione in due classi dell’Ipsas Aldrovandi Rubbiani: coinvolti 45 ragazzi. "Così innoviamo la didattica"

Bologna, 7 dicembre 2022 - Alla fine delle lezioni, lui resterà in classe, in un apposito carrello da cui loro potranno prenderlo la mattina dopo. Lui è un iPad; loro sono i 45 studenti della prima AE e della terza AE dell’indirizzo economico dell’Ipsas Aldrovandi Rubbiani di Bologna. Ai 45 alunni vanno poi aggiunti i 25 docenti, inclusi anche quelli di sostegno, ovvero che affiancano gli alunni con disabilità. A tutti, l’Aldrovandi Rubbiani darà in dotazione un iPad, che debutterà tra i 45 banchi da gennaio. "Un investimento per innovare la didattica e abbattere la dispersione scolastica", chiosa la preside Teresa Pintori. A settembre, poi, tutte le future prime dell’indirizzo aziendale saranno Digital class, quindi dotate del device. Rivoluzione iPad all’Aldrovandi Rubbiani che, appunto, nelle due classi di viale Vicini, farà partire una sperimentazione che non ha uguali in città, soprattutto tra i professionali: utilizzare l’iPad al posto dei libri di carta per studiare, ma anche per i compiti e le lezioni.

Leggi anche: 

Approfondisci:

Scuola senza cellulari: il test dell'Itis di Ravenna

Scuola senza cellulari: il test dell'Itis di Ravenna
 - Cellulari in classe a Bologna, stop anche alle Rolandino e al Luxemburg - Cellulari vietati a scuola a Bologna, il prefetto: "Meglio tenerli ma saperli usare"

Da gennaio 45 studenti dell’Ipsas Aldrovandi Rubbiani faranno lezione con l'Ipad
Da gennaio 45 studenti dell’Ipsas Aldrovandi Rubbiani faranno lezione con l'Ipad

"Tutto, comunque, avverrà in modo graduale per tutti: professori e studenti", precisa subito la preside che, fin dal suo arrivo, ha spinto l’acceleratore dell’innovazione, grattando via vecchie incrostazioni che non facevano correre il professionale. Una novità su cui hanno ragionato a lungo gli insegnanti delle classi coinvolte, mettendo nero su bianco le linee guida dell’esperienza che piega il device all’innovazione didattica, avendo come finalità di "fare acquisire nuove competenze ai nostri studenti e di arginare la dispersione scolastica che, soprattutto tra gli studenti più deboli, è un fenomeno che noi cerchiamo di contrastare in ogni modo", osserva Pintori, che nelle tre sedi dell’Aldrovandi Rubbiani ogni anno perde per la strada il 20% degli studenti (1.100 i frequentanti). "Per la scuola questa è una sconfitta che va vinta". In tal senso, un primo segnale positivo lo attesta la contrazione del tasso di Neet registrato dall’istituto professionale, che nel 2018 si assestava al 33% e ora è al 19% (Fonte Eduscopio). Una novità sotto le Torri, ma non per il centro professionale Essence school Monza di Monza, "che usa il tablet in classe da anni con dei risultati eccezionali", rivela la dirigente.

Prima di avere in mano il device, tutti, professori e alunni, dovranno essere formati. Primi a partire saranno ovviamente gli insegnanti, che da gennaio saranno coadiuvati anche in classe da formatori. "Innovare ha dei costi sia in termini di strumenti sia di tempi: nulla può essere lasciato al caso", avverte la preside Pintori. A gennaio si parte, ma i docenti "potranno gestire questa fase di transizione con i tempi che riterranno più opportuni". Insomma, in questa primissima fase libro elettronico e cartaceo convivranno, perché "il contatto con la parola scritta è imprescindibile" avverte la preside. Che conclude: "Con l’iPad, i ragazzi sono avviati all’auto-apprendimento: guardano, osservano, toccano lo schermo, cercano. Creano il loro sapere attraverso uno strumento che piace. Tutto questo poi avviene con la guida del docente. In questo modo, si lavora anche per un uso consapevole delle nuove tecnologie".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro