Bologna, 17 scuole non a norma da demolire

Lo annuncia il Comune: "Adeguarle ai criteri antisismici costerebbe più che ricostruirle"

Le scuole da dismettere sono state costruite negli anni Settanta (Imagoeconomica)

Le scuole da dismettere sono state costruite negli anni Settanta (Imagoeconomica)

Bologna, 7 dicembre 2018 - Sono 13 le palestre e 17 le scuole di cui il Comune è proprietario che, a poco a poco, dovranno essere dismesse perché, in termini di una valutazione costi e benefici, non possono essere pienamente adeguate agli attuali standard antisismici. Demolire per poi ricostruire. A dare i numeri, anzi le percentuali «il 10% delle 173 scuole comunali e il 30% delle 45 palestre», è Fabio Andreon, dirigente del settore Manutenzione del Comune in commissione. Pochissimi i nomi degli edifici non del tutto antisismici pronunciati dall’ingegnere. Accenna alle palestre Scandellara, Farini e Don Marella e, a titolo di esempio, all’elementare De Vigri e alla media Zanotti dell’Istituto comprensivo 2 in via del Giacinto.

Plessi che il Comune sostituirà, in futuro, con il nuovo polo scolastico ai Prati di Caprara. Di più, Andreon non dice. E subito Marco Piazza ed Elena Foresti dei Cinque Stelle interpellano il Comune per avere l’elenco delle scuole e delle palestre nel mirino perché, in commissione, nessun documento in merito è stato fornito. «Le scuole e le palestre in dismissione sono quelle su cui non è possibile raggiungere l’adeguamento sismico, ma al massimo un miglioramento», spiega Andreon. Si tratta delle strutture degli anni ‘70, «con caratteristiche che andavano bene allora», ma ora non sufficienti per poter definirle «sicure» in caso di sisma. Questo sia perché è cambiata la zonizzazione sismica sia perché l’attuale normativa richiede altri requisiti. In particolare, precisa l’ingegnere, incide la presenza delle travi in appoggio: dopo il terremoto del 2012 il Comune è intervenuto per fissarle, «ma non si può intervenire in maniera definitiva». Sugli edifici in questione «stiamo intervenendo per il miglioramento sismico, ma non raggiungeremo mai i valori previsti dalla legge». Per farlo bisognerebbe spendere più soldi di quanti ne possono servire per demolire e ricostruire.

 

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