Bologna, scuole Carracci. "Via all'iter entro febbraio"

La direttrice comunale: "Attendiamo il decreto entro pochi giorni". Longhena, il pfresidente di quartiere: "Tutti avranno una classe"

Le scuole Carracci, chiuse da anni (Schicchi)

Le scuole Carracci, chiuse da anni (Schicchi)

Bologna, 10 febbraio 2017 - «Azzardo: entro febbraio» (salvo poi aggiungere un prudente «marzo»), dovrebbe arrivare il decreto-sblocca Carracci. Media che, vedrà la luce in via Felice Battaglia «ragionevolmente nel 2020». Mai nessuno della Giunta Merola, neppure la vicesindaco con delega alla Scuola, Marilena Pillati si era sbilanciato a tal punto come, invece, la direttrice Area Educazione e istruzione del Comune, Miriam Pepe. Il che lascia di stucco consiglieri e genitori arrivati in commissione Istruzione per tirare il bandolo dell’assurdo groviglio che impedisce al polo Carracci (e non solo) di decollare. «Su questa vicenda – accusa il consigliere forzista, Francesco Sassone che lunedì porterà in Consiglio un odg per sollecitare la Giunta – l’Amministrazione dà prova di inefficienza. Non sono neppure riusciti a rappresentare con forza le nostre istanze a Roma dove governano ministri Pd». Il tema è quello del fondo per i nuovi plessi. Al momento il famoso decreto, stoppato da un «equivoco» normativo tra Mef e Miur con vari rimpalli tra i ministeri, «ha iniziato il suo iter di approvazione e, tre giorni fa – prosegue Pepe –, mi è stato detto essere alla direzione generale settore edilizia del Miur da dove passerà alla Ragioneria» per il via libera. «Non ho elementi – sottolinea la dirigente – per dire che non si potrà fare».

Appena il pezzo di carta si paleserà sotto le Due Torri, il Palazzo in «sei mesi emanerà il bando (su cui tra l’altro lavora anche l’Agenzia del demanio, ndr) per individuare la Sgr (la società privata che gestiràa partita finanziata con un fondo immobiliare ad hoc, )». Il tutto «entro il 2017». Dopodiché, la Sgr dovrà mettere al lavoro i suoi tecnici per arrivare all’apertura dei cancelli. Ma anche il dove potrebbe essere un busillis. «Le Carracci sono state chiuse per problemi strutturali causate da dissesto idrogeologico di cui dovremo parlare», rileva il presidente del Porto Saragozza, Lorenzo Cipriani. L’istituto, con la nuova elementare, darebbe una boccata di ossigeno alle scuole di Saragozza «in crisi di spazi», spiega il preside del comprensivo 8, Stefano Mari. «Sarebbe importante recuperare l’archivio e il materiale didattico» chiede Mari, che auspica l’abbattimento dell’edificio oggetto di «danneggiamenti e di raduni».

Ma sono le aule a interessare soprattutto il preside. Anche perché ci si è messo pure l’esubero di Longhena. «Tutti avranno una classe», annuncia Cipriani, che non rivela a che prezzo verrà trovato il banco. Ci pensa Mari. «Le elementari XXI Aprile e Bombicci non sono in grado di ospitare ciascuna la dodicesima classe in più». Sperando che, tra i 32 esuberi, una decina o più abiti al Porto, «ipotizzo di dover recuperare una sola aula per una ventina di bambini». Come? «Sacrificando il laboratorio di informatica alle Manzolini (trasferito in sala insegnanti) o un’aula polivalente alle Armandi Avogli».

 

 

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