Scuole Don Trombelli, annullato l’esproprio

Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar che dava ragione al Comune. Incontro per cercare un accordo economico

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Dopo l’annuncio dell’amministrazione comunale di San Lazzaro sull’esproprio autorizzato della scuola Don Trombelli le cose sono andate un pò diversamente. Il Consiglio di Stato lo ha infatti annullato. A darne notizia la minoranza FdI locale, e non solo, per voce del consigliere Alessandro Sangiorgi, del deputato Galeazzo Bignami e del capogruppo in Regione Marco Lisei: "Dopo la sentenza del Tar il sindaco aveva parlato di vittoria perché il Tribunale aveva dato ragione al Comune confermando la legittimità dell’esproprio dell’Istituto Don Trombelli, di proprietà della Congregazione Suore Domenicane della Beata Imelda, esproprio iniziato più di un anno fa. La collaborazione fra la Congregazione delle Suore e il Comune, prima mediante una locazione e poi come diritto reale d’uso dei locali scolastici, era stata fattiva dal 1985 fino al 2020. Purtroppo le trattative fra Comune e Religiose non era andata a buone fine, cosa che aveva purtroppo portato all’estrema ratio".

I tre, poi, aggiungono: "È notizia di questi giorni che il Consiglio di Stato, interpellato sulla sentenza del Tar, ha riformato in toto la sentenza annullando l’esproprio. Per procedere all’esproprio l’amministrazione avrebbe dovuto effettuare prima una variante urbanistica dell’area in quanto non classificata correttamente come previsto da leggi nazionali e regionali. A questo punto è nostro interesse primario capire quale sarà il futuro dei bambini delle sezioni presenti presso l’Istituto, così come capire quale futuro avrà il prestito ottenuto da Cassa Depositi e Prestiti. Grazie alle improvvide scelte fatte dall’amministrazione, i cittadini si trovano cornuti e mazziati. Le vicissitudini giudiziarie hanno portato a un’ennesima perdita di tempo quando invece si sarebbe dovuto, a nostro avviso, arrivare a un accordo".

A rispondere per l’amministrazione è l’assessore al Bilancio Michele Cristoni: "Abbiamo provato a lungo a trovare un accordo prima di arrivare all’esproprio. Non c’era stato verso e avevamo, dunque, provveduto in questo senso, espropriando d’urgenza per salvare l’anno scolastico. Lo avevamo fatto affidandoci a una legge nuova che, però, da noi e dai legali stessi a cui ci siamo appoggiati è stata male interpretata. Non c’erano precedenti. Domani (oggi per chi legge, ndr) incontriamo la dirigenza dell’Istituto nella speranza si addivenga a un accordo per prendere tutto l’edificio, se non dovesse essere così procederemo con un altro esproprio. I bambini non si sposteranno da lì. I soldi chiesti alla Cassa speriamo di poterli investire per comprare l’Istituto, sennò li restituiremo".

Zoe Pederzini

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