Se lo stradino salva la vita del ciclista

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Gabriele

Mignardi

Così quando la mia traiettoria è stata deviata ben oltre la striscia bianca della carreggiata, ad accogliere l’approdo delle mie ruote sottili c’era un provvidenziale piano inclinato regolato ad arte che mi ha evitato una caduta rovinosa. Mi sono fermato illeso, qualche decina di metri più avanti.

Pochi giorni fa il Carlino in tema di incidenti stradali ha sottolineato il fatto che al secondo posto tra le categorie di utenti della strada finiti al pronto soccorso nell’ultimo anno ci siamo proprio noi i ciclisti impenitenti. Quelli che magari hanno partecipato al ‘Bike Pride’. Alla giornata dell’orgoglio ciclistico promossa dalla Città metropolitana. La stessa amministrazione pubblica che dovrebbe dedicare gli altri 364 giorni dell’anno ad una cura più attenta delle strade sulle quali ha competenza diretta. Se quello spazio invisibile a lato della carreggiata fosse ben tenuto, gli automobilisti avrebbero meno ragioni per litigare con ciclisti costretti a spostarsi verso il centro strada. E per far questo è indispensabile un riconoscimento speciale all’umile, ma prezioso lavoro dello stradino-cantoniere.

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