Bologna, è morto Claudio Rapezzi: Cardiologia in lutto

E' stato primario dell'Unità operativa del Sant'Orsola, aveva 71 anni

Claudio Rapezzi aveva 71 anni

Claudio Rapezzi aveva 71 anni

Bologna, 15 ottobre 2022 - Cardiologia in lutto per la morte del professor Claudio Rapezzi, 71 anni, per molti anni primario dell’Unità operativa di Cardiologia del Sant’Orsola. Il professor Rapezzi era ricoverato proprio nel reparto che a lungo lo ha visto alla sua guida. Rapezzi non era solo un medico ma anche un docente presso le Università di Bologna e Ferrara.

Alcuni passi del bel ricordo che i colleghi hanno voluto dedicargli, pubblicato sul sito del Policlinico: "Tra le voci che girano attorno a un genio prima o poi arriva quella che sia morto. Certe persone non muoiono mai, o meglio, non lo fanno nel senso che crediamo. Claudio Rapezzi ha abbracciato tutta la cardiologia, iniziando con i piccoli cardiopatici congeniti per finire con adulti dal cuore troppo grande. Poteva dissertare di dislipidemie, cardiomiopatie, coronarie e aritmie senza apparente fatica. Chi di noi ha avuto il privilegio di conoscerlo ha provato i momenti Rapezzi. Sono quegli attimi in cui ti accorgi che non è semplicemente bravo: c’è qualcosa di soprannaturale in quella capacità di sintesi, nelle associazioni fulminanti. Claudio continua a gridarci di essere curiosi come lui, come deve esserlo un buon dottore".

Claudio Rapezzi, i funerali

I funerali mercoledì, alle 11, nella chiesa di San Girolamo in Certosa.

Il ricordo di amici e colleghi

"Tutte le morti sono premature, alcune più di altre - lo ricorda un collega -. Claudio Rapezzi era curioso e impertinente come un bambino e aveva accumulato una mole enorme di pubblicazioni e conferenze senza uscire dall’incubatrice. Ti accorgi subito che c’è qualcosa di soprannaturale in quella capacità di sintesi, nelle associazioni fulminanti, nei lampi di intelligenza verticale e di affilatissima ironia. E’ in quei momenti che provi ad accendere tutti i neuroni specchio che hai, e per un attimo ti illudi che funzioni. Mai però quanto vorresti, e tra l’ammirazione serpeggia un filo di invidia, quasi rabbia impotente. Per dirla col tennis, Rapezzi era ingiocabile. Per questo è un Maestro,  ti fa godere e ti ispira, vicino e inarrivabile". 

m.ras.

 

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