"Se passano queste regole sarà complicato tornare"

"Motivi di salute mi obbligano a periodici rientri: anche solo i costi per i test diventano insostenibili"

Migration

"Io lavoro all’estero e ho la necessità di tornare a casa per motivi di salute: per una o due volte è fattibile, ma quando devi farlo spesso può diventare un problema". Luca Pozzati (foto sotto), bolognese, vive a Delft, in Olanda, nei pressi di Amsterdam. Lavora in uno studio di architettura ed è tra i connazionali che potrebbero essere messi in difficoltà dal passaggio in zona rosso scuro suggerito dall’Unione europea.

Pozzati, lei torna spesso in Italia?

"Lavoro a Delft e torno il meno possibile, ma per motivi di salute ogni tanto devo prendere l’aereo. L’ho fatto a Natale e, se il provvedimento è questo, mi atterrò alle regole e passerò il tempo in quarantena. Al momento lavorerò nei Paesi Bassi fino ad aprile, ma potrei anche prolungare il periodo".

E’ pesante questa situazione? "Diciamo che le prime volte si fa, anche in maniera tranquilla, ma alla lunga può diventare insostenibile".

Questione di costi?

"Sì, perché si finisce per spendere diverse centinaia di euro per i tamponi. In più con il lavoro, organizzarsi diventa difficile. Forse c’erano soluzioni migliori".

Di che tipo?

"Per esempio la possibilità di svolgere subito il tampone in aeroporto, come accadeva qualche mese fa, mi sembrava una soluzione comoda. Dopo 30 minuti potevi comunque andare, mentre l’Ausl poteva comunicarti tempestivamente i risultati del test e mantenere la situazione sotto controllo. Ma ci sono delle eccezioni".

Quali?

"So che, chi rientra per motivi di lavoro o salute, nel caso non passasse più di 120 ore in Italia, potrebbe evitare di fare la quarantena. Sia chiaro: io rispetto le regole e le indicazioni, ma potrebbe essere comodo sotto diversi punti di vista".

E’ il suo caso?

"Chi viene a fare un colloquio, una riunione, o degli esami per la salute appunto, potrebbe comunque avere l’esigenza di fermarsi poco. Ma bisogna dire che in Italia i controlli potrebbero essere fatti meglio".

In Olanda sono più rigidi?

"Dipende dal periodo: ora anche qua vige il coprifuoco (dalle 21, ndr) e di controlli se ne vedono parecchi. Quando si rientra dall’estero, non c’è l’obbligo di quarantena, che resta comunque fortemente raccomandata. Ma lo studio dove lavoro, ad esempio, è molto attento a queste cose".

Ha aggiunto ulteriori restrizioni?

"Oltre a essere ligi per quanto riguarda il distanziamento e il voler evitare gli assembramenti negli uffici, hanno imposto la quarantena. E senza compromettere il lavoro di nessuno. Mi sembra opportuno rispettare le regole e trovare soluzioni più intelligenti".

Francesco Moroni

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro