Selvaggia Lucarelli: "Le minacce a Rutali? Le critiche al veglione erano già partite"

Accusata di aver scatenato gli haters, replica: "Ha spiegato di non aver violato le regole, ma era necessario sbattere in faccia a tutti una festa?"

Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli

Bologna, 5 gennaio 2020 - La polemica di Capodanno corre sui social. A lanciare la pietra, è stato ieri l’influencer bolognese ventitreenne Federico Rutali. Il ragazzo, dopo aver trascorso la serata di Capodanno al Grand Hotel di San Marino, aveva condiviso le immagini del cenone su Instagram. Il suo post era stato poi ripubblicato in una stories dalla giornalista e opinionista Selvaggia Lucarelli, assieme ad altre immagini di feste e celebrazioni varie, quantomeno inopportune, in un momento complicato come quello attuale. Ieri, sul Carlino, Rutali ha spiegato la sua versione dei fatti. Oggi tocca alla giornalista Lucarelli, spiegare come sono andate le cose. 

Selvaggia Lucarelli, il giovane influencer l’accusa di essere la causa delle minacce e delle offese che gli sono piovute addosso dopo Capodanno. Cosa risponde? «Io mi sono limitata a ri-postare delle stories già pubblicate da Rutali, un influencer che conta circa 250mila follower, che non sono certo pochi. Seguaci che avevano già avuto modo di vedere e criticare, ben prima del mio ‘intervento’, il contenuto delle sue stories, tanto che lui ne aveva già rimosse alcune». Quindi la polemica contro il capodanno di Rutali era partita prima del suo post. «Sì, tanto che lui aveva scritto di aver già tolto delle storie della sua serata per le critiche che ne erano seguite. Se lo erano già mangiato». Diciamo che la sua visibilità ha fatto da amplificatore a queste critiche... «Ribadisco, lui aveva già visibilità, pure prima che ripostassi la sua foto. E, adesso, cavalcando il vittimismo, ne ha probabilmente guadagnata ulteriore. Ma al di là di questo, non capisco quale sia il suo problema: la popolarità è una medaglia dalla doppia faccia. Io l’ho vissuta sulla mia pelle, bisogna accettarne o quantomeno metterne in conto costi e benefici».  Tutto è nato dalla scelta di Rutali di festeggiare il Capodanno a cena in un hotel a San Marino, in piena pandemia. «E di postare tutto sui social. Ho letto che ha spiegato come è andata la serata, ha raccontato di non aver fatto niente di male e infatti nessuno lo accusa di aver trasgredito le regole. Il punto è la necessità: in un momento come questo, è proprio necessario sbattere in faccia agli altri che si festeggia? Che si va a cena fuori, mentre alla gente sono chiesti sacrifici e responsabilità? È proprio necessario condividere ogni aspetto della propria vita? Io credo di no, che qualcosa possa rimanere nella sfera del privato».  La visibilità, oggi più che mai, impone responsabilità... «La visibilità ha pro e contro. Anche se hai cento follower le tue foto possono fare il giro del mondo. Figurarsi se si è seguiti da 250mila persone. Non si può pensare di postare qualsiasi cosa senza esporsi al giudizio altrui». Il giudizio, in questo caso e come spesso accade sui social, è trasceso in minacce, pure di morte. «Per quanto riguarda minacce, insulti e diffamazione varia, una cosa deve essere chiara: la responsabilità di ogni azione è soggettiva. Non ha senso che Rutali venga a dare a me la colpa delle minacce ricevute da terze persone, saranno quelle persone a doverne rispondere, in caso».  Lui, invece, ha detto che è pronto a querelare lei. «E ci provasse a chiamare i legali. Di cosa si sta lamentando? Di una situazione che ha creato lui e solo lui per primo». 

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