Il terzo nome in corsa alle prossime Regionali è quello di Federico Serra, 33 anni. Candidato della sinistra radicale con la lista ’Emilia-Romagna per la pace, l’Ambiente e il Lavoro’ che mette insieme Potere al Popolo, Pci e Rifondazione, punta a "rompere con il sistema bipolare del Pd e delle destre". Lavoratore delle cooperative sociali, delegato dell’Unione sindacale di base (Usb), Serra è trentino di nascita, ma bolognese di adozione dai tempi dell’Università.
In che cosa si differenzia la sua proposta da quelle di Michele de Pascale, candidato del centrosinistra, ed Elena Ugolini, in corsa con il centrodestra?
"Vogliamo rappresentare la completa alternativa a due azioni politiche che litigano sulle piccole cose, ma sono d’accordo sulle scelte di fondo: appalti, privatizzazioni, welfare, sanità, Passante autostradale di Bologna e rigassificatore a Ravenna. Noi diamo risposte vere al mondo del lavoro, ai giovani precari e all’emergenza abitativa".
In che cosa le ricette di de Pascale e Ugolini si assomigliano?
"Al di là di quello che dicono, hanno proposte simili. Soprattutto sul tema lavoro, nessuno parla di salario minimo sugli appalti pubblici, non citano il precariato giovanile, evocano la questione abitativa, ma senza aggredirla realmente".
L’ultimo sondaggio sulle Regionali (quello di BidiMedia per Citynews) non premia la vostra proposta: al momento si stima un 1,6 per cento...
"Siamo appena partiti, la lista è poco conosciuta e non è presente in consiglio regionale. Ma abbiamo raccolto le firme e a tutte le iniziative il pubblico ci apprezza. Stiamo incontrando giovani e lavoratori, parliamo la loro lingua rispetto alla classe politica che si rivolge solo ai ceti produttivi e ai dirigenti. Siamo sereni, andiamo avanti a prescindere dai sondaggi, puntando sui nostri temi che sappiamo essere nella testa e nella pancia della maggioranza delle persone".
La sua candidatura potrebbe danneggiare di più de Pascale. Su che cosa vi differenziate in particolare?
"In primis sui temi ambientali. Verdi e M5s appoggiano il sindaco di Ravenna, città che ha il record di cementificazione. Loro tradiscono i loro ideali: anche se il cemento lo tingi di verde, rimane sempre cemento... Noi non facciamo compromessi, non avalliamo gli interessi delle multinazionali. Chi è ambientalista può guardare a noi".
Quali sono le vostre priorità?
"Lavoro, ambiente e casa. A livello regionale, puntiamo a inserire il salario minimo negli appalti pubblici. Serve, poi, una moratoria sulle opere di cementificazione: l’alluvione ci ha fatto capire la fragilità del nostro territorio a causa di queste costruzioni selvagge. Infine, la casa: in questi anni la Regione non ha fatto nulla. Vanno bloccate le piattaforme di affitti brevi. Questo turismo selvaggio, penso a Bologna, è una ricchezza per pochi, e porta guai alla maggior parte popolazione".
Non teme che la sua sia una candidatura di testimonianza?
"No, a prescindere dalle elezioni, vogliamo dare spazio, ragione e voce alle lotte sociali e ambientali. Dire con forza no alla guerra. Non dobbiamo testimoniare nulla, rappresentiamo le ragioni della maggioranza".