"Servono fusioni e patti tra le imprese"

"Unire competenze e tecnologie è il solo modo per crescere e restare competitivi sui mercati esteri"

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Un quadro economico, dipinto nel primo trimestre del 2020 da parte della Camera di commercio, che non lascia spazio all’immaginazione. Una recessione nei numeri che avrà un ulteriore aggravamento nel bilancio nel secondo resoconto trimestrale. Eppure, non per questo da una situazione critica non possono sorgere spunti per migliorare. È con questa mission che si lavora a Palazzo della Mercanzia, dove il presidente Valerio Veronesi, è al lavoro per studiare un piano d’azione che possa rilanciare il tessuto imprenditoriale felsineo.

Presidente, partiamo da quella che è una lettura dei dati. Il suo punto di vista?

"I dati non sono buoni e non ci piacciono. Tengono conto solo dei primi venti giorni di lockdown e le conseguenze dei successivi le avremo più chiare solo coon il prossimo trimestre, in cui i giorni di chiusura che peseranno diventeranno circa 60. Il fatto che già l’ultimo resoconto del 2019 non fosse buono ci restituisce un quadro compromesso in cui è stata solo rincarata la dose".

Cosa fare ora dunque?

"Innanzitutto servono le liquidità promesse per permettere alle imprese di passare dall’altra parte del fiume".

E una volta al di là del guado?

"Le imprese sono la centralità del nostro motore economico, motore che durante il lockdown si è fermato. Parallelamente, l’Italia si è trovata a vivere una svolta tecnologica a cui non si trova preparatissima. È una miscela molto faticosa da affrontare con le armi di cui disponiamo. Il punto è che fino a quando questo fiume non sarà attraversato un rimedio assoluto non c’è. C’è invece un dato di fatto, per cui alle nostre imprese non manca niente se non la dimensione, per restare competitivi nei mercati esteri: serve quindi iniziare a rifare un discorso lasciato da parte troppo a lungo sull’unione di intenti e lo svecchiamento delle risorse".

Può essere più preciso?

"Parliamo di fusioni. Fusioni fra imprese che abbiamo gli stessi clienti, che non abbiano una situazione di concorrenza fra loro e che operano nello stesso settore. Dobbiamo iniziare a sdoganare questo discorso e poi interfacciarci con quelli che sono i nostri imprenditori per fare formazione e trasmettere il messaggio per cui è solo dall’unione di competenze, strumenti e tecnologie che otterremo quell’incremento dimensionale che ci serve per ripartire".

E come pensate di attirare imprenditori?

"Anche attraverso delle premialità. Premialità che non possono essere fornite dalla Camera, bensì dalla Regione, per esempio, dimostrando di credere in questo nuovo patto che vogliamo lanciare fra le nostre imprese".

E i giovani?

"I giovani sono fondamentali. Sarà obbligatoria in questo piano una quota giovan: sono i veri attori di un nuovo modo di fare impresa nell’ottica di una crescita dimensionale importante". Francesco Zuppiroli

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