di Giacomo Gelati
Tutto considerato, l’attrattiva di questo Marocco si è fatta trasversalmente breccia nelle ultime settimane toccando le corde di molti, dai semplici osservatori curiosi a quanti non simpatizzano per Spagna, Portogallo e Francia, a chi attraverso il calcio ha intravisto un’opportunità storica verso una società fraterna.
"Al di là del risultato – spiega il 31enne Hassan De Filippis, videomaker del Conngi e attivista della Comunità Islamica di Bologna e Lugo – questo momento sportivo cambierà la percezione in Europa tanto del calcio quanto della cultura islamica, che è l’oggetto di una forte paura sociale e è spesso vista come una cultura di secondo livello, indegna di raggiungere posizioni prestigiose nella politica, nell’arte e nello sport. Il risultato del Marocco ci dà fierezza ed è un passo avanti enorme per l’inclusione sociale e la parità di diritti".
Una serata in famiglia, col sogno spezzato di non poter festeggiare in piazza insieme agli amici. "Ho deciso di passare la serata con la famiglia – aggiunge Hassan – per guardare la partita: la rovesciata di El-Yamiq è stata fantastica. Peccato per il risultato, ma usciamo a testa alta. Alla fine tutto il mondo arabo si è unito attorno al Marocco, anche per l’effetto-novità del non vedere sempre le solite squadre: rispetto all’inizio si è avvicinata tanta gente ed è parte di un processo di rottura dei pregiudizi che è iniziato 20 anni fa".
In contatto con lui anche l’amico Hamza Bentaleb, giornalista sportivo e parte dei Giovani Musulmani d’Italia: "La Francia ha dimostrato di essere la squadra da battere – dice Hamza, 25 anni – e per quanto il Marocco ci abbia creduto Mbappè e Thuram ci hanno messi in difficoltà. Sinceramente, al di là del terzo-quarto posto, credo che il Marocco abbia scritto una pagina di storia: prima africana e araba ad arrivare in semifinale, per non parlare del grande senso di appartenenza che è stato restituito a tutti e che mancava da anni. È un Paese che sta facendo grandi passi avanti e che dal 2013 in poi ha cambiato rotta per quanto riguarda il movimento calcistico, fra investimenti e un occhio al femminile e al giovanile".
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