ANDREA
Cronaca

Si riparte solamente tutti insieme

Andrea

Zanchi

Non rassegniamoci e organizziamoci, dunque, per fare ripartire la città – letteralmente paralizzata dalla chiusura di via Saffi – e il territorio devastato della Bassa. Per quanto riguarda Bologna, la partenza è stato un passo falso. La decisione di non aprire per qualche giorno al traffico privato le preferenziali della zona Ovest – via Andrea Costa, Porrettana e Saragozza –, è un errore pratico e di concetto. In una situazione di emergenza, vanno date risposte di emergenza, chiaramente calibrate con buonsenso. Il rischio, altrimenti, è quello di consegnare la città a una paralisi quasi totale nelle ore di punta, tra l’altro senza orizzonti temporali definiti, visto che previsioni su quando riaprirà via Saffi non ce ne sono, per il momento. Pensare di risolvere gli ingorghi con un (doveroso) appello a un uso intensivo dello smart working è quello che in inglese si chiama wishful thinking: tradotto, una speranza che quasi mai diventa realtà.

Poi c’è la provincia, dove è stato pagato il conto più alto in termini di allagamenti, sfollati e distruzioni. Il governo si è mosso in modo tempestivo in queste ore di emergenza, ma la parte importante verrà nei prossimi mesi, quando la parola emergenza lascerà il posto alla parola programmazione. Stesso discorso per la Regione: non c’è più tempo da perdere per realizzare tutte quelle opere necessarie per mettere il più possibile in sicurezza il territorio e che magari sono ferme da troppo tempo. Serve un cambio di metodo da parte di tutti, tenendo ben a mente un concetto di fondo che è nel nostro Dna: nessuno si salva da solo, ma tutti possiamo rinascere se stiamo uniti e lavoriamo nella stessa direzione. Lasciandoci alle spalle, per una volta, ruggini politiche, vecchi schemi di pensiero e azione, rendite di posizione. Insomma, tutto quello che eravamo fino a quando non è cominciata questa maledetta alluvione.