Siamo stanchi Si riparta dai più piccoli

Migration

Angela

Malfitano*

Siamo stanchi. Stanchi di non lavorare ma anche stanchi di balletti di governo. Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo sono storicamente poco tutelati e siamo tra coloro

che hanno maggiormente subito gli effetti della pandemia sul lavoro. So di colleghi già in condizioni d’indigenza che si troveranno senza alcuna forma di sostegno se non ci saranno altri ristori. Il decreto ristori non va bloccato

e vanno aperti i teatri al più presto; sappiamo bene che, con le misure di prevenzione e contingentamento, i teatri si possono riaprire. La domanda è: medie e grandi strutture vogliono riaprire? E si daranno da fare per recuperare le date perdute? Quando riapriranno non deve più passare che si fanno lavorare a paghe da fame le attrici e gli attori. Questo grande sacrificio deve servire a qualcosa. Stanno già servendo a creare più consapevolezza sindacale tra noi. Più massa critica, anche verso i datori di lavoro e le grosse strutture che spero abbiano la coscienza di pensare a dare lavoro e non a

trattenere i contributi. La pandemia deve renderci migliori tutti a partire

dai piani alti. L’Italia investe troppo poco nella cultura. Le risorse che arriveranno devono essere ridistribuite in maniera più equa, dare di più ai piccoli; con la consapevolezza che molti artisti si occupano anche di sociale in forma professionale. Da ripensare anche la Riforma del terzo settore, fatta solo per le associazioni di volontariato e senza alcun pensiero per la qualità, che fa sentire le piccole compagnie come dei ladri quando in realtà fanno un servizio culturale indispensabile, senza risparmio di passione. Al governo citano la cultura. Bene: ma la cultura non è solo identità e turismo, è educazione alla profondità e alla diversità degli sguardi.

*Attrice

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro