Siccità, acqua razionata agli agricoltori

Solmi (Bonifica Renana): "Sospensione temporanea per le colture che hanno meno bisogno". Fasce orarie a Crevalcore e Sant’Agata

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di Monica Raschi

Un’allerta idrica come non si era mai vista. I consorzi di bonifica cercano di correre ai ripari con tutte le strategie possibili, sperando che arrivi la pioggia. "È un anno particolare, avevamo sempre avuto la certezza del fiume Po, adesso sappiamo che non è più così", dichiara Michele Solmi, responsabile Area agraria e ambientale della Bonifica Renana.

L’acqua alle coltivazioni "arriva grazie all’impianto di Palantone nel Comune di Bondeno (che confluisce nel Cer, il Canale Emiliano Romagnolo). Sono in azione due pompe su quattro, ma lo spegnimento era previsto a 2,58 metri e siamo intorno a 2,30, una trentina di centimetri dal minimo della soglia di emergenza". Quello che si cerca di fare, spiega Solmi, "è evitare ogni spreco, ridurre le aperture, effettuate solo per le colture e di concerto con gli agricoltori. Altra cosa è stata la riduzione di apporto idrico ad alcune colture e alle zone umide".

Qualche speranza che l’agricoltura non sia perduta è che per molte coltivazioni è iniziata la fase calante. "Patate, cipolle, barbabietole da zucchero, piselli e altri legumi sono fuori dal picco delle esigenze idriche. Così come sorgo e mais", spiega Solmi. Per altre colture l’acqua è assolutamente necessaria, come per insalata, tutta la verdura a foglia, la soia, i frutteti "la cui irrigazione, oltre a mantenere una produzione accettabile, deve garantire che non vi siano danni perenni alle alberature. Quello che comunque abbiamo cercato di fare è stato fornire acqua nel momento più importante delle colture".

I consorzi sono in costante contatto per monitorare l’evoluzione della situazione che cambia di giorno in giorno e vedere come proseguire con le forniture di acqua alle coltivazioni. Nei giorni scorsi, fa sapere Solmi "ci sono stati rilasci anche dal bacino Reno Vivo, che si trova a Sasso Marconi e ha un portata di 800mila metri cubi".

Quella dei bacini è sicuramente una delle soluzioni del futuro: quello di Castel San Pietro è a ottimo punto per la lavorazione e sarà inaugurato la prossima primavera. Mentre è già in atto l’utilizzo dell’acqua dei depuratori e, considerato che le previsioni per gli anni di verranno sono di precipitazioni sono sempre più scarse, i desalinizzatori potrebbero essere una delle soluzioni più importanti.

Intanto, la carenza d’acqua nel Po costringe il Consorzio della bonifica Burana – che si occupa del territorio tra gli argini di Po, Secchia, Panaro e Samoggia – a incrementare la turnazione della distribuzione ad ore dell’acqua per le aziende agricole. Il prossimo weekend, ad esempio, a causa della riduzione della quota d’acqua nel Canale emiliano romagnolo, il sistema dei turni riguarderà anche e Sant’Agata e Crevalcore.

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