"Siccità, colture a rischio se va avanti così"

L’allarme di Confagricoltura e Coldiretti: "È ora di investire in infrastrutture". In pericolo mais, girasole, barbabietole, sorgo e frutta

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di Luca Orsi

Gli agricoltori scrutano il cielo sperando che piova. Perché se caldo e siccità non daranno tregua ai campi riarsi, saranno a rischio le semine primaverili. "E mais, girasole, barbabietola e sorgo ammontano più o meno a un terzo delle colture del nostro territorio", dice Guglielmo Garagnani, presidente Confagricoltura Bologna. E ci saranno ripercussioni "anche sulle produzioni frutticole", che finirebbero per essere "insufficienti per dimensioni e qualità".

"Siamo davvero molto preoccupati", conferma Valentina Borghi, presidente di Coldiretti Bologna. La situazione, però, non è nuova. "Da almeno 15 anni – ricorda Garagnani – abbiamo un problema ricorrente di siccità". Siamo quindi di fronte "a situazioni emergenziali che si ripetono e che richiedono interventi strutturali", avverte la Borghi.

Per Garagnani quello delle infrastrutture "è il tema dei temi". Il Pnrr, ricorda la Borghi, "in Emilia-Romagna stanzia 226 milioni di euro per gli invasi, strutture che sono di rapida realizzazione". E che potrebbero rappresentare un’importante risorsa, "visto che ad oggi invasiamo soltanto il dieci per cento dell’acqua che scende".

Resta il problema, tutto italiano, della burocrazia che rallenta i progetti. "Se l’esempio è la diga di Vetto, nel reggiano, siamo a posto", avverte Garagnani. Individuata "come necessaria nel 1870, per la salvezza della Val d’Enza, è rimasta bloccata fino a oggi". Ed è un’opera avversata dagli ambientalisti. "Avrebbe un impatto sul paesaggio devastante", avvertono i Verdi.

Una delle priorità per il nostro territorio, spiega il presidente di Confagricoltura, "è riuscire a sbarrare e trattenere l’acqua autunnale e invernale". Perché, ironizza Garagnani, "d’estate non possiamo limitarci a sperare che ogni sette-dieci giorni piovano quei 20-25 millimetri d’acqua necessari a recuperare le produzioni".

Garagnani sostiene anche la necessità "di un miglioramento genetico delle produzioni", che consenta di utilizzare sempre meno acqua. "Non si tratta di Ogm, ma di sbloccare nel nostro Paese le tecniche di evoluzione assistita in agricoltura, per poter avere piante più sostenibili dal punto di vista ambientale, ridurre l’uso di fitofarmaci e aumentare le resistenze ai cambiamenti climatici".

Le associazioni degli agricoltori respingono, intanto, le accuse di un uso eccessivo e ‘distratto’ dell’acqua. "Partecipiamo a task force per calibrare al meglio l’utilizzo dell’acqua", afferma la Borghi, assicurando "il massimo impegno da parte di tutti" nell’attuare azioni di riduzione degli sprechi.

Garagnani auspica ora "una sempre maggiore diffusione e un più generalizzato utilizzo" delle nuove tecnologie digitali e dei Big data in agricoltura. Con l’utilizzo di soluzioni intelligenti previste dall’Agricoltura 4.0, che "oltre a ottimizzare l’apporto di acqua e i processi produttivi, ne migliorano la qualità e li rendono sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico".

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