Siccità, le associazioni: "Un aiuto arriverà dalla genetica"

Coldiretti, Confagricoltura e Cia studiano i rimedi: "Bisogna puntare di più sugli invasi. E in futuro spazio a colture più resistenti al caldo"

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"È impensabile che la pianura più fertile d’Italia stia soffrendo come se fossimo in Nord Africa". Marco Bergami, presidente della Cia Emilia Centro prova a raccontare uno scenario inedito e "senza precedenti". Dal Consorzio di Bonifica Renana l’acqua viene "centellinata" giorno dopo giorno. Ma a monte il problema è sempre lo stesso da mesi: non piove e fa troppo caldo. Gli agricoltori sono con le spalle al muro e le soluzioni al vaglio, che possono essere applicate nell’immediato, per quanto buone presentano degli svantaggi. "Quello che si può fare è adottare delle turnazioni nelle irrigazioni, sensibilizzare a utilizzare il minimo indispensabile. Oppure c’è il raccolto anticipato". Sulle soluzioni a lungo termine, invece, il discorso cambia. Da una parte c’è la genetica: "Stiamo facendo delle simulazioni per individuare colture meno idroesigenti e più resistenti al caldo". Dall’altra la conservazione: "Dovremmo accumulare acqua nei mesi invernali non con dighe, ma con bacini vicini ai fiumi per poi stoccarla e usarla in estate". A delineare come questo disperato sfondo si ripercuota anche sul mercato è Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna: "Ci sono agricoltori che hanno già trinciato le piantagioni perché non producono pannocchie. Si stima un 60% in meno sia come granella che come trinciato". Poi Garagnani porta all’attenzione una cifra che "non si era mai vista nella storia dell’uomo". La Borsa Merci di Bologna, infatti, ha quotato il trinciato di mais da 35 a 70 euro a tonnellata. "Perché può valere poco se è senza pannocchia – sottolinea Garagnani – e tantissimo se, invece, ce l’ha. Ce n’è così poco anche per le stalle che gli allevatori sono pronti a pagare qualsiasi prezzo". Anche Coldiretti prova ad arginare le conseguenze della siccità. In particolare, come spiega Valentina Borghi (presidente della Bonifica Renana e di Coldiretti Bologna) "stiamo premendo su piccoli e grandi invasi, anche aziendali, in collaborazione con le istituzioni perché sono strumenti che necessitano di poche autorizzazioni o burocrazia e sono economici da realizzare".

Secondo Borghi questi sistemi permetterebbero di passare dal 10 al 50 per cento di raccolta d’acqua. È in questo contesto, infatti, che verrà inaugurato nella prossima primavera a Castel San Pietro un invaso laghetto alimentato da acqua da depuratore. "È importante utilizzare acqua depurata perché più ne viene usata e tanto più ne viene garantita la qualità analitica".

Marco Santangelo

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