Bologna, sulla vendemmia pesano siccità e bollette: "Uva in calo, ma di buona qualità"

La raccolta partirà a giorni e le associazioni di categoria, nonostante le difficoltà, sono fiduciose: "Avremo il 15% in meno di prodotto. Considerando caldo e carenza d’acqua, poteva andare peggio "

Ci sono molti giovani che hanno scelto come professione la viticoltura

Ci sono molti giovani che hanno scelto come professione la viticoltura

Bologna, 11 agosto 2022 - Da un lato il caldo e la siccità. Dall’altro i viticoltori e la loro uva. È l’ennesima sfida estiva dell’uomo che tenta di adattarsi e reagire ai contraccolpi della natura in una delle estati più calde di sempre. E i rischi sono dietro l’angolo: la riduzione del raccolto, le temperature che danneggiano le viti, la carenza d’acqua che interrompe la maturazione degli acini, fino alla qualità dell’uva e, quindi, del vino. E tutto quello che possono fare i viticoltori è anticipare la vendemmia, che partirà in molte aziende agricole bolognesi già dalla prossima settimana.

"Una siccità così non l’abbiamo mai avuta – Giordano Alpi, del consiglio provinciale di Bologna Coldiretti, prova a fare il punto della situazione –, le aziende agricole che hanno avuto accesso all’acqua non hanno riscontrato troppi problemi. Ma per tutti gli altri il prodotto si presenta con una media del 10-15% in meno rispetto alla media di annata". E quel 10% a cui fa riferimento Alpi riguarda, maggiormente, le piante in collina che non sono state raggiunte dall’irrigazione. Poi il consigliere cambia tono quando si parla dei costi che i viticoltori stanno affrontando in questo periodo: "L’export del vino è cresciuto del 12%, ma il problema è legato soprattutto ai prezzi del gasolio e dell’energia elettrica". Un inconveniente che riguarda tutti quegli agricoltori che utilizzano gli invasi d’acqua. Per riempire questi ultimi, infatti, è necessario prima tirare l’acqua dai canali e poi distribuirla negli appezzamenti direttamente dagli invasi.

Un procedimento sempre più necessario considerata la siccità e che richiede un ingente consumo di energia elettrica. Ad aggravare la situazione, poi, ci sarebbero le "spese di concimazione aumentate del 200% – sottolinea Alpi –, e problemi con il fitosanitario cresciuto del 25-30%". Ma, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere. Tra gli aspetti (stranamente) positivi di quest’anno anormale ci sono l’assenza di grandine, burrasche e gelo. "Aldilà dei problemi legati ai costi – specifica Alpi – e considerato che solo alla fine dell’anno potremo capire quanto frutterà il mercato rispetto alle spese sostenute, si preannuncia una vendemmia buona e di qualità nonostante un raccolto inferiore del 10%".

Un salvataggio in extremis dicono gli esperti, dovuto anche alle piogge (seppur scarse) degli ultimi giorni e al leggero calo delle temperature (soprattutto notturne) che ha permesso alle piante di respirare e completare la maturazione degli acini.

Anche Marco Bergami, presidente di Cia Emilia Centro parla di un calo di produzione attorno al 15%: "Ma questo vale per la pianura, dove siamo riusciti a irrigare. In collina, invece, i cali potrebbero raggiungere il doppio. Tuttavia la vendemmia si farà senza problemi e la qualità del vino è salvaguardata". Ma, aldilà del caldo e della siccità, Bergami pone l’accento su un altro problema che ha messo a dura prova la produzione delle viti: la flavescenza dorata. Una malattia causata da un parassita che provoca seri danni alla produttività del vigneto. Per arginarla occorre estirpare le piante infette ed eliminare il suo vettore, la cicalina Scaphoideus titanus. "È la nostra nuova croce – afferma Bergami –, stiamo estirpando tanti vigneti perché non riusciamo più a debellarla e dobbiamo trovare un modo per risolvere questo disagio al più presto. Ora cercheremo di capire se tra i fattori scatenanti possano esserci anche il caldo e la siccità". E Bergami non nasconde la propria preoccupazione: "L’ultima parte dell’anno la vedo difficile, tutti i raccolti sono stati messi a dura prova e molte aziende avranno mancanza di liquidità e grossi problemi nell’affrontare la campagna successiva".

Il presidente di ConfagricolturaBologna Guglielmo Garagnani, invece, si sofferma su quella che per molti viticoltori potrebbe essere una soluzione efficace per far fronte, in futuro, a nuove ondate di caldo anomalo e prolungato: "Alcune cantine stanno riflettendo sulla possibilità di spostare più in alto i vigneti, questo perché la temperatura elevata non favorisce la maturazione degli acini". In particolare diversi agricoltori vorrebbero spostarsi a seicento-settecento metri. "Attualmente – aggiunge Garagnani – a Bologna non esistono vigneti a quell’altezza, quelli collinari arrivano a 400-50metri. Ma questa, per chi deciderà di investire, potrebbe essere una soluzione nel medio periodo".

 

 

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