Silurato l’assessore, bufera su Veronesi

Il sindaco ai ferri corti con Danilo Zacchiroli, al quale ha ritirato le deleghe. Discussione in consiglio comunale a porte chiuse

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"La mia revoca da assessore? Si sta dando troppa importanza alla cosa, Il problema non sono io ma la politica, quella del sindaco in particolare". A parlare è Danilo Zacchiroli, 58 anni, ex assessore del Comune di Anzola che aveva le deleghe a Cultura, Comunicazione, Lavori Pubblici e Ambiente che sono state ritirate lo scorso 20 ottobre dal sindaco Giampiero Veronesi, ex Pd passato a Italia Viva e candidato per il Terzo Polo alle ultime elezioni politiche. L’ufficializzazione si è concretizzata l’altra sera durante il consiglio comunale - a porte chiuse - e fuori dal palazzo comunale una cinquantina di persone hanno assistito alla seduta da dietro le vetrate, per a dare solidarietà all’assessore.

"Di questa vicenda – continua Zacchiroli, che era assessore anche nello scorso mandato di Veronesi, quello 2014 - 2019 ed è stato eletto in una lista civica di area Pd – conservo ricordi. Alcuni belli e alcuni brutti. L’affetto di tante persone. Il lavoro fatto in otto anni e il senso di comunità che ha suscitato. L’immagine triste di una ’casa di vetro’ chiusa per impedire alla gente di ascoltare e di guardarli in faccia. Quando ho criticato in giunta alcune scelte, non gli obiettivi di mandato, per il modo in cui le sta realizzando e per i costi diretti e indiretti che comportano, sapevo di innervosire l’uomo solo al comando".

Pronta la replica del primo cittadino, il quale respinge le maliziose ricostruzioni circolate sui social che leggono l’accaduto come una resa dei conti politica a sinistra: "I tentativi di ricucire con Danilo – dice Veronesi – ci sono stati, insieme a tutta la giunta, ma qui entra in gioco il suo carattere. Proprio nella giunta in cui c’era la possibilità di provare a ricucire, ha testualmente detto che lui non aveva fatto nulla di sbagliato, che noi stavamo sbagliando e che in lui non albergava responsabilità di alcun genere. E intanto passavo e passavamo le giunte a disinnescare litigi continui ed infiniti tra Danilo e l’assessore del caso: la dialettica interna è certamente utile ma la critica distruttiva, invece, non lo è. Terminare molte giunte con la sensazione di esserci solo messi l’elmetto in testa senza avere concluso nulla di costruttivo, era purtroppo diventata una regola".

"Accetto le critiche – aggiunge Veronesi –, non sono un despota, ho sempre dato massima libertà agli assessori nella gestione delle proprie deleghe. A volte, mi è anzi stata rimproverata questa eccessiva libertà lasciata agli assessori. Risiede nell’onestà intellettuale di ciascun assessore, gestire la propria delega in modo corretto, cosa che Danilo ha fatto, e rispettare la gestione delle deleghe da parte degli altri assessori, cosa che Danilo non ha invece assolutamente fatto. Un’ultima riflessione sulle persone all’esterno della sala consigliare l’altra sera: di quelle persone io, la mia giunta e i miei consiglieri abbiamo il massimo rispetto. E fatico a comprendere in cosa il rispetto sarebbe mancato, da parte nostra".

Pier Luigi Trombetta

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