La scrittrice e la protesta in abito da sposa

Simona Vinci: "Matrimoni? Pagliacciate. Io obbligata a sposarmi"

La scrittrice Simona Vinci

La scrittrice Simona Vinci

Bologna, 1 ottobre 2015 - Nessun invitato, come testimoni un amico e un’impiegata del Comune conosciuta in quel momento, con un sorriso e una veloce stretta di mano. Le foto sono state fatte con un telefono, diverse sono venute mosse perché la sala era poco illuminata. La spesa è stata di soli 16 euro per la marca da bollo. La scrittrice Simona Vinci si è sposata così martedì mattina nella bella sala del consiglio comunale di Budrio, con un matrimonio ridotto al minimo essenziale, poco più di una formalità burocratica. Davanti al sindaco Giulio Pierini ha detto sì al suo compagno e convivente Pietro Bassi, con il quale ha avuto un figlio che ora ha tre anni.

Ma prima l’autrice di Strada provinciale 3 ha spiegato al primo cittadino il senso della sua scelta, sofferta non certo perché manchino l’amore, l’affetto, la casa, un progetto, o la voglia di vivere assieme e condividere diritti e doveri: “Lo Stato ci costringe a farlo per tutelare la nostra salute e nostro figlio. Era l’unico modo”. Una frase che il sindaco e l’ufficiale di Stato civile hanno ascoltato, ma che non hanno potuto mettere a verbale. Poi, ieri, la scrittrice ha deciso di ripetere il suo pensiero fuori dalla piccola sala del consiglio comunale e comunicarlo a tutti, su Facebook: “Ci siamo sposati — ha scritto — per tutelare nostro figlio e perché le leggi dello Stato Italiano non garantiscono l’assistenza e la facoltà decisionale della compagna e del compagno di vita in caso di gravi malattie che purtroppo possono capitare a tutti”.

Ma che l’amore e l’essere genitori si possano ridurre a un contratto, questo no, non lo crede: “Trovo una pagliacciata tutto ciò che ruota attorno ad un contratto. Dirò di più: penso che una volta per sempre bisognerebbe svincolare questo contratto dall’aspetto ‘sessuale’. Una famiglia non deve per forza essere composta da madre, padre e figli, ma può benissimo essere un patto tra persone (amici, amiche) che condividono oneri, diritti e doveri per scelta e per affetto”. Sotto al post, in poche ore, si sono accumulati oltre ottanta commenti e 260 ‘mi piace’.

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