Simonetti: "I Goblin, liberi e sempre attuali"

Il tasteriesta e compositore delle celebri colonne sonore dei film di Dario Argento stasera in concerto dopo il tour sold out negli Usa

Simonetti: "I Goblin, liberi e sempre attuali"

Simonetti: "I Goblin, liberi e sempre attuali"

di Pierfrancesco Pacoda

Ha riempito di inquietudine le notti di più generazioni, non solo in Italia, con l’incedere liquido ed evocativo di suoni che sapevano di mistero e di paure ancestrali. Claudio Simonetti e i suoi Goblin hanno composto ed eseguito colonne sonore ormai senza tempo, che hanno sottolineato gli incubi di tanti film di Dario Argento, da Profondo Rosso a Suspiria. Il tastierista e compositore suonerà assieme al suo gruppo stasera da Alchemica Music Lab (via dei Lapidari 8 b, alle 22).

Simonetti, i Goblin arrivano a Bologna dopo un lungo tour americano.

"Abbiamo attraversato l’America per due mesi, un tour ovunque ‘tutto esaurito’ per celebrare i 45 anni dall’uscita di Suspiria. Abbiamo eseguito dal vivo tutta la colonna sonora del film in un nuovo arrangiamento ancora più vicino al rock progressive degli anni ’70. Quello che più impressiona in questi concerti è il pubblico giovane, i ragazzi che conoscono ogni passaggio dell’opera, segno della sua attualità".

Un’opera, come lei dice, che ha avuto nel rock inglese degli anni 70 la sua principale fonte di ispirazione.

"Noi amavamo le sperimentazioni rock tra fine anni ’60 e inizio ’70, quando in Inghilterra nasceva una scena con gruppi come Yes e Genesis che proprio sulle atmosfere fantastiche bastavano i loro lavori. Ci affascinava quel senso del mistero, del fiabesco ma senza lieto fine che aleggiava nei loro dischi. E lo abbiamo re interpretato grazie a Dario Argento".

Come si sviluppò la collaborazione con il regista?

"Ci accomunava proprio l’interesse per la musica prog. Quando Argento ci cercò per parlarci per la prima volta di Profondo Rosso, ancora prima di descriverci il film ci fece ascoltare i dischi di Emerson Lake & Palmer, che erano il suo gruppo preferito. Voleva, ci disse, un suono come quello, ma più inquieto".

Originariamente la musica di Profondo Rosso era stata commissionata a un altro artista.

"Sì, la produzione aveva chiesto al jazzista Giorgio Gaslini, pianista, di scrivere la musica per il film. Ma, dopo aver composto buona parte della colonna sonora, Gaslini abbandonò il lavoro e Argento chiamo noi. Una di quelle opportunità che cambiano la vita. Noi eravamo molto giovani e sicuri delle nostre capacità, ma furono un impegno e una responsabilità notevole".

Cosa rimase del lavoro di Gaslini?

"Nella colonna sonora decidemmo di lasciare alcune parti scritte dal Maestro, che però eseguimmo nuovamente. Mentre è proprio la sua registrazione originale quella che si ascolta nella famosissima scena del Canto del bambino, una delle più impressionanti. Era talmente bella e terrificante da meritare di rimanere esattamente come l’aveva fatta Gaslini".

Come riesce la vostra musica a conservare questa attualità?

"Credo che il motivo sia il nostro essere stati, quando registrammo le prime colonne sonore per Argento, affascinati dalla sperimentazione. Eravamo, specie dopo la prova di Profondo Rosso, completamente liberi. Così creammo una miscela di retaggi classici, io venivo da studi in Conservatorio e di avanguardia, che ha fatto trascorrere notti insonni ai nostri ascoltatori. Un effetto che la musica dei Goblin fa ancora adesso".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro