Slang bolognese, da ‘polleggio’ a ‘ingubbio’: cosa significano

Viaggio con Roberto Serra fra le espressioni gergali cittadine più usate: lo racconta nella puntata di oggi del podcast gratuito il Resto di Bologna

Slang bolognese: il nostro dizionario spiegato nel podcast

Slang bolognese: il nostro dizionario spiegato nel podcast

Bologna, 1 febbraio 2023 – “Sei bresco? No, sono Mario". E giù risate. Correva l’anno 2017 e questo video – un ‘doppiaggio’ esilarante di Non è un paese per vecchi realizzato da Carletto Fx dei Gem Boy – spopolava su Youtube. In pochi minuti c’era un concentrato di tantissime parole, tipiche espressioni bolognesissime, che – per chi viene da fuori – necessitano però spesso di una piccola ’traduzione’. Ed eccoci dunque alla puntata di oggi del nostro podcast il Resto di Bologna, disponibile gratuitamente sul sito del Carlino o sulle principali piattaforme.

A spiegare l’origine di alcune delle espressioni più tipiche dello slang sotto le Torri è Roberto Serra, docente di dialetto bolognese nei corsi sempre molto frequentati dell’associazione Succede solo a Bologna. Non possono mancare le prime parole con cui ogni studente fuorisede deve fare i conti appena trasferito in un qualsiasi condominio cittadino: il rusco e dare il tiro. Partendo dal primo, spiega Serra, "l’origine di questo termine è dal nostro bolognese, ma le ipotesi etimologiche sono tante: c’è chi dice dal ruscum latino, il pungitopo utilizzato per le scope, quindi per spazzare. Ma c’è anche qualche paraetimologia un po’ spinta: sarebbe la sigla che c’era sui camion che raccoglievano la spazzatura negli anni Cinquanta. L’origine è ancora un po’ avvolta nel mistero".

Ma l’elenco che si potrebbe fare è davvero lungo. Alcuni termini hanno una storia davvero particolare, come gubbiare (dormire). "Dietro queste parole– commenta Serra – c’è il gergo della malavita e degli ambulanti. Fra l’Ottocento e Novecento, alcune categorie come muratori e ambulanti, o la malavita, avevano sviluppato un gergo, un codice linguistico che fosse riconoscibile solo da chi faceva parte di quella categoria. Molte di queste parole, diversissime ai dialetti delle varie città, erano simili un po’ in tutto il nord Italia. Vale anche per il taffio (mangiare)".

Tra le parole più amate con gli amici, c’è sempre la balotta . "Nella Bologna di fine Ottocento– continua il ragionamento di Serra –, le balle erano raggruppamenti di facchini; una famosissima era ‘la balla dalle scarpe di ferro’". Da qui, insomma, viene l’idea del gruppetto. Tante altre le espressioni che ripercorriamo nel podcast, fino al mitico polleggio . "Risalassarsi, riposarsi viene dal gergo bolognese: forse i polli sembrano tanto rilassati?".

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