
Da sinistra, Giovanni Catrini, assessore alla Sanità di Ozzano; Marilena Pillati, sindaca di San Lazzaro; e Michele Baccarini, direttore Ausl Savena Idice
Cau di San Lazzaro: una serata di chiarezza, quella di martedì sera, numeri e futuro per la sanità territoriale. Oltre 60 accessi giornalieri in media, picchi durante i mesi dell’influenza, ma solo 6 accessi notturni: il Cau di San Lazzaro fa il punto dopo un anno di attività. Sono intervenuti Marilena Pillati, sindaca di San Lazzaro, Giovanni Catrini, assessore alla Sanità di Ozzano, e Michele Baccarini, direttore Ausl Savena Idice.
Baccarini ha illustrato i numeri: oltre 60 accessi al giorno in media nell’ultimo anno, picchi di accessi nei mesi dell’influenza, solo 6 accessi in media nelle ore notturne, un dato che ha reso necessaria una revisione responsabile del servizio. Ma anche accessi per quasi il 20% da Ozzano e territori limitrofi, circa il 65% da San Lazzaro, il restante soprattutto da quartieri bolognesi come il Savena.
La dottoressa Pagliacci delle cure primarie ha illustrato le nuove modalità di accesso. Dopo le 20 il cittadino deve telefonare al numero unico 0513131 prima di recarsi alla sede, un medico ascolterà il problema, valuterà la situazione e darà l’indicazione più appropriata: assistenza telefonica, accesso al Cau con appuntamento, visita a domicilio, accesso al pronto soccorso.
Durante la serata, i presenti hanno avuto modo di fare domande e ricevere risposte precise. Così Catrini: "I numeri e i dati illustrati ci hanno detto una cosa chiara: non possiamo continuare a tenere in piedi strutture notturne dove la domanda reale è minima, quando mancano le risorse umane necessarie perfino per i nostri Pronto Soccorso. Non possiamo più permetterci di disperdere energie, dobbiamo concentrare gli sforzi là dove servono davvero. Con l’Ausl, con il Distretto e con tutte le amministrazioni della zona stiamo portando avanti un lavoro enorme, spesso silenzioso ma concreto: dalla prevenzione alla cura a domicilio, dall’alfabetizzazione sanitaria alle iniziative di prossimità reale, fino alla promozione della salute nei parchi, nelle piazze, nei quartieri. E lo facciamo mentre il governo centrale continua a disegnare una sanità pubblica sempre più fragile, con scelte che rischiano di consegnare la salute al mercato, alla privatizzazione selvaggia, alla disuguaglianza sociale".
Fa eco la Pillati: "Il messaggio che abbiamo voluto dare con chiarezza ai cittadini è che il Cau non chiude e che continuerà a rappresentare un tassello importante della sanità territoriale. Partito come progetto sperimentale lo scorso anno, adesso si è fatto un primo bilancio delle attività necessario per tarare l’offerta del servizio anche in base alla fruizione reale da parte dei cittadini. La rimodulazione dell’orario di apertura non andrà a inficiare la nostra capacità di rispondere ai bisogni sanitari dei cittadini dato che sarà garantita la presenza di tre medici di continuità assistenziale, a disposizione di chi ne avesse bisogno anche attraverso l’accesso diretto".