Sopravvive alla cena avvelenata: la madre esce dalla rianimazione

Delitto di Ceretola: il nitrito ha ucciso il suo compagno. Il figlio Leon resta in carcere. Nuovo sopralluogo a casa

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E’ sopravvissuta al nitrido di sodio aggiunto alla pasta, che giovedì scorso ha ucciso il suo compagno, Lorenzo Grimaldi. I medici infatti hanno fatto uscire dalla rianimazione e sciolto la prognosi per la madre di Alessandro Leon Asoli, il ragazzo di 19 anni accusato di avere avvelenato lei e il suo compagno, nell’appartamento a Ceretolo di Casalecchio dove la famiglia viveva. Guarirà in 30 giorni dall’intossicazione e forse già la prossima settimana potrà uscire dall’ospedale e tornare a casa. I carabinieri della compagnia di Borgo Panigale e il Pm Rossella Poggioli che coordina le indagini sono tornati nella casa di Ceretolo per un nuovo sopralluogo. A quanto si apprende, sono stati acquisiti altri effetti personali del ragazzo (fra cui un tablet e alcuni quaderni), in cerca di elementi e tracce utili a ricostruire lo scenario nei giorni precedenti la tragedia. Nella sua stanza i carabinieri avevano già trovato una confezione di nitrito di sodio e un’altra di una pianta tossica. Tra le altre cose, gli inquirenti puntano a chiarire se ci sia stata premeditazione da parte del ragazzo nel piano che avrebbe portato all’avvelenamento della mamma e del patrigno. Per il 19enne, il Gip ha convalidato il fermo disponendo la custodia cautelare in carcere. Anche per il suo stato, Leon resta per ora in un reparto di infermeria della Dozza. L’avvocato Fulvio Toschi, che lo difende, si è riservato di chiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito che seguiva già un percorso di cura con uno specialista.

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