Il terreno del Golf Casalunga sommerso dal fango. "È la terza alluvione in 17 mesi – racconta il direttore del circolo, Stefano Galli –, ma questa ci ha danneggiato maggiormente". Danni dovuti all’esondazione dell’Idice. "Ci aspettavamo un intervento degli organi preposti dopo la scorsa esondazione, ma non si è visto nessuno – tuona il presidente Marcello Iannuzziello –. Tutti si rimpallano le responsabilità e intanto il campo fa da cassa di esondazione. Non abbiamo chiesto soldi, ma un lavoro a monte: se in una casa ripari il pavimento ma non il tetto alla prima pioggia sei punto a capo". Il tetto, per Iannuzziello, sono i lavori di manutenzione: sfalci, pulizia del letto e rafforzamento degli argini. Quello di Castenaso è un club che offre lavoro a una decina di persone, che si sono mosse subito per "salvare il salvabile" del campo e il posto di lavoro. "L’acqua ha portato con sé circa dieci centimetri di fango in gran parte lungo il percorso dove stavamo ancora lavorando per la precedente alluvione – prosegue il direttore –. L’Idice ha rotto l’argine in tre punti, sommergendo 7 buche delle 9 del percorso e le 3 del campo di allenamento".
Il fango è il nemico peggiore dei manti erbosi perché soffoca e uccide l’erba, quindi bisogna intervenire il prima possibile perché i prati di un campo da golf sono la loro linfa vitale. "Da subito si è cercato di salvare i green a mano perché le macchine non potevano entrare in campo per il troppo fango. Ora stiamo iniziando a pulire i fairway con le escavatrici e speriamo di riuscire a sistemare tutto per il 2025". Dopo si potrà fare un bilancio e intervenire con semina e rizollatura dove necessario. "Vorremmo sapere dal consorzio bonifica o chi preposto se stanno pianificando dei lavori così da garantire ai soci la giocabilità il prossimo anno – conclude il presidente –: abbiamo aperto le strutture e fatto convezioni con i circoli in provincia, ma non possiamo chiedere il rinnovo delle quote 2025 senza garanzie. Da noi il golf è sempre stato per tutti, così rischia di non esserlo più per nessuno".
Andrea Ronchi