Spaccio e associazione, 40 anni alla banda

Stangata del giudice (con il rito abbreviato) a sei imputati. La droga arrivava in pacchi dalla Spagna smerciata a Bologna e nell’hinterland

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Oltre 40 anni di condanna, da dividersi in sei, con accuse pesantissime che, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga fino all’estorsione. Una sentenza durissima, in abbreviato, quella emessa ieri dal gup Claudio Paris che ha accolto (e in alcuni casi aumentato) le richieste di pena avanzate dal pm Michele Martorelli che ha coordinato i lavori insieme al collega della Dda Roberto Ceroni. Un’indagine ampissima, che abbracciò i territori di Bologna, Ferrara e Ravenna, arrivando in Lombardia, e portò a nove misure cautelari in carcere e ad altri 12 indagati in stato di libertà.

Le condanne, dunque: Vincenzo Scotti, ritenuto il promotore del gruppo, 8 anni e mezzo; 7 anni e 4 mesi all’ex calciatore della Centese, Marco Neri; 7 anni a Claudio Orlandini; 6 anni e 10 mesi a Matteo Leprotti e a Erion Macaj; infine 4 anni e mezzo a Marika Macchi (Scotti, Neri e Orlandini sono stati assolti per alcuni capi di imputazione legati a singoli episodi di spaccio).

LA DROGA

Hashish e marijuana, il grosso della vendita, arrivava in pacchi dalla Spagna per essere smerciata soprattutto sulle piazze di Bologna e Ferrara, poi riversata sull’hinterland. In cambio di soldi cash, 264mila euro quelli sequestrati dall’Arma e ritrovati in una cassaforte e sotto la culla di un neonato nel ravennate. E se la ’roba’ non la pagavi subito erano botte. Un’attività, quella dei carabinieri di San Giovanni in Persiceto, nata dal coraggio di alcuni genitori "bravi a segnalare – spiegarono gli stessi inquirenti – che i propri figli spendevano più denaro di quello che avevano". Da qui il là all’inchiesta ’Drivers’, iniziata a marzo 2020 e che portò al sequestro di 10 chili di hashish, 4 di marijuana, oltre a piantine e semi.

TELEFONATE

"Leader e promotore" dell’associazione, composta da italiani, albanesi ed ecuadoregni, secondo le accuse era l’avellinese Vincenzo Scotti, 33 anni residente a Cento, nel ferrarese, colui che "dirigeva" i soldati e li "ricompensava con denaro e stupefacenti". Mesi di appostamenti, pedinamenti, ma soprattutto di attività tecnica, intercettazioni telefoniche e ambientali. Con gli accusati che molto spesso non esitarono a parlare tranquillamente tra loro: "Oggi – una delle chiacchierate intercettate – mi arrivano 10 chili di fumo". Nessuno scrupolo nemmeno a minacciare chi non pagava: "Fra due ore sono a casa tua e ti ammazzo".

VILLA INFERNO

Tra le persone indagate a piede libero per spaccio, ci fu anche una ragazza finita più volte in un’altra indagine: Villa Inferno. Bolognese di 25 anni, venne sentita come ’semplice’ testimone nell’altro fascicolo, quello sui festini a base di droga e sesso nella villa di Pianoro. Amica dell’allora minorenne-vittima che denunciò il tutto, negli atti della Dda la giovane dovette rispondere di un singolo episodio di spaccio. I sei condannati sono stati difesi dagli avvocati Alessandro Falzoni, Fausto Bruzzese e Matteo Murgo i quali hanno già annunciato ricorso in appello.

Nicola Bianchi

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