Quasi due anni di indagini e intercettazioni telefoniche e ambientali. Ieri all’alba il maxi blitz della Squadra mobile che ha permesso di sgominare un’associazione a delinquere, con base nel quartiere Barca, specializzata nel traffico di droga e nel riciclaggio di denaro. Sono cinquanta gli indagati, tutti italiani tranne otto albanesi, di cui 31 ora in carcere alla Dozza, tre ai domiciliari e nove con obbligo di dimora. Un milione di euro sequestrati e destinati alla confisca. Ottantasette chili di droga, tra cocaina, hashish e marijuana finiti nella rete nel corso dell’intera indagine. IL FASCICOLO L’indagine della Questura è iniziata alla fine del 2019 ed è terminata a metà dello scorso anno, fino all’esecuzione delle misure scattata ieri. L’inchiesta antidroga è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, firmata dal sostituto procuratore Roberto Ceroni, e condotta dalla Squadra mobile guidata dal dirigente Roberto Pititto e da Giuseppe Paglia, dirigente della IV sezione. Intercettazioni e pedinamenti, poi video ripresi da telecamere nascoste che hanno portato alla ’mente’ – secondo le accuse – del gruppo: si tratta di Andrea Balboni, un cinquantenne italiano, pluripregiudicato per reati affini, residente in una casa popolare in zona Barca e con reddito dichiarato quasi inesistente. Era lui, secondo la polizia, al vertice dell’organizzazione che gestiva in città un vasto traffico di stupefacenti, smantellato, nelle prime ore del mattino di ieri dagli agenti, con il supporto di un elicottero che per ore ha sorvolato la città. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere – accusa su cui poggia l’intera inchiesta – finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità di armi, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e riciclaggio. In totale sono stati confiscati 7 chili di cocaina, 70 di marijuana, 10 di hashish, oltre a 7 pistole, alcune delle quali provento di ...
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