Spaccio e riciclaggio, blitz all’alba alla Barca Cinquanta indagati: c’è anche un gioielliere

Gli arrestati sono 34, di cui tre ai domiciliari. Il gruppo, composto da italiani e albanesi, inondava la città di cocaina, hashish e marijuana

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Quasi due anni di indagini e intercettazioni telefoniche e ambientali. Ieri all’alba il maxi blitz della Squadra mobile che ha permesso di sgominare un’associazione a delinquere, con base nel quartiere Barca, specializzata nel traffico di droga e nel riciclaggio di denaro. Sono cinquanta gli indagati, tutti italiani tranne otto albanesi, di cui 31 ora in carcere alla Dozza, tre ai domiciliari e nove con obbligo di dimora. Un milione di euro sequestrati e destinati alla confisca. Ottantasette chili di droga, tra cocaina, hashish e marijuana finiti nella rete nel corso dell’intera indagine.

IL FASCICOLO

L’indagine della Questura è iniziata alla fine del 2019 ed è terminata a metà dello scorso anno, fino all’esecuzione delle misure scattata ieri. L’inchiesta antidroga è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, firmata dal sostituto procuratore Roberto Ceroni, e condotta dalla Squadra mobile guidata dal dirigente Roberto Pititto e da Giuseppe Paglia, dirigente della IV sezione.

Intercettazioni e pedinamenti, poi video ripresi da telecamere nascoste che hanno portato alla ’mente’ – secondo le accuse – del gruppo: si tratta di Andrea Balboni, un cinquantenne italiano, pluripregiudicato per reati affini, residente in una casa popolare in zona Barca e con reddito dichiarato quasi inesistente. Era lui, secondo la polizia, al vertice dell’organizzazione che gestiva in città un vasto traffico di stupefacenti, smantellato, nelle prime ore del mattino di ieri dagli agenti, con il supporto di un elicottero che per ore ha sorvolato la città. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere – accusa su cui poggia l’intera inchiesta – finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità di armi, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e riciclaggio. In totale sono stati confiscati 7 chili di cocaina, 70 di marijuana, 10 di hashish, oltre a 7 pistole, alcune delle quali provento di furti in abitazione e 3 clandestine.

I SOGGETTI COINVOLTI

Il reato associativo viene contestato a nove persone: "Il capobanda, già con precedenti specifici, e i due suoi principali collaboratori, uno dei quali incensurato e con uno stile di vita insospettabile – spiega il dirigente della Mobile, Roberto Pititto –. L’insospettabilità è un filo conduttore importante che accomuna gli indagati e denota l’abilità criminosa dell’associazione sgominata".

Stando all’inchiesta, i cittadini albanesi erano fornitori dello stupefacente, e due donne avrebbero messo a disposizioni locali e garage, tra la Barca e Casalecchio, utilizzati per nascondere la droga e le armi, ma anche per incontri tra membri del gruppo criminale.

"Altro dettaglio importante – aggiunge Pititto – è che i clienti erano sempre gli stessi. Compravano sempre le stesse quantità e con cadenze regolari".

IL RICICLAGGIO

Per ’pulire’ i soldi provenienti dallo spaccio e rendersi meno ’sospettabili’, l’associazione usava due metodi di riciclaggio del denaro, "reato per cui – prosegue il dirigente – sono indagati un gioielliere e i gestori di una sala scommesse di Casalecchio. Il primo tramite finti acquisti di monili e orologi emetteva fatture false e bonificava le somme sui conti di membri del gruppo, i secondi attraverso giocate certe e vincenti avrebbero ripulito il denaro versato come piccole scommesse da affiliati del gruppo".

Gli investigatori hanno individuato un vero ‘tesoro ‘ riconducibile all’organizzazione: oltre a 300mila euro in contanti già sequestrati e altri 650mila trovati su conti corrente intestati a familiari o prestanome, ritenuti terminale dei proventi illeciti e anch’essi sequestrati.

"Alla fine, pongo sempre lo stesso interrogativo – il commento del questore Isabella Fusiello, che ha ringraziato la Dda e i suoi uomini della Mobile –: come mai c’è tanta richiesta di sostanze stupefacenti di ogni genere, dall’hashish alla cocaina e fino all’eroina? Lo spaccio va combattuto fino in fondo, andiamo avanti".

Zoe Pederzini

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