Spese pazze in Regione Emilia Romagna, l’ex Pd Marco Monari in carcere

Definitiva la condanna a quattro anni e 5 mesi per l’ex capogruppo dem accusato di peculato: contestati rimborsi per weekend romantici e cene di lusso. Rigettato il ricorso in Cassazione

Marco Monari, ex capogruppo Pd in Regione Emilia Romagna, è in carcere

Marco Monari, ex capogruppo Pd in Regione Emilia Romagna, è in carcere

Bologna, 12 maggio 2023 – Marco Monari, l’ex capogruppo del Pd in Regione che dieci anni fa finì con altri colleghi nel mirino dell’inchiesta ‘Spese pazze’, è in carcere. La scorsa settimana infatti è diventata definitiva la sua condanna a quattro anni e cinque mesi per peculato, dopo che la Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa. Così, la Procura generale guidata dalla reggente Lucia Musti ha emesso l’ordine di esecuzione e, nei giorni scorsi, Monari è stato arrestato e portato in carcere a Forlì.

Monari a maggio 2022 è stato condannato in appello appunto a quattro anni e cinque mesi senza condizionale, per le spese messe a rimborso del gruppo consiliare tra il 2010 e il 2011: in primo grado, a dicembre 2017, era stato condannato a quattro anni e quattro mesi, patteggando poi a un altro anno per le spese della legislatura precedente. In appello, l’anno scorso, i giudici lo hanno assolto per alcune voci di spesa, poi hanno unificato le due condanne, rideterminando la pena complessiva in quella attuale, come chiesto anche dalla sostituta pg Antonella Scandellari, che fu la stessa pm che coordinò le indagini insieme alla collega Morena Plazzi, all’epoca dell’inchiesta partita nel 2012.

Inchiesta nel cui mirino finì di tutto. Richieste di rimborsi per spese di 50 centesimi per l’utilizzo di un bagno pubblico, per donazioni a enti di beneficenza, ma anche per caramelle, farmaci, tutine per bimbi e addirittura sex toys. Riguardo a Monari, in particolare, fece scalpore il fatto che fossero contestati weekend in hotel di lusso e ristoranti stellati, a Venezia e a Roma, spesso in compagnia di amiche o collaboratrici. Finì alla ribalta delle cronache in particolare il fine settimana a Venezia nel giugno 2011 per lo ‘Sposalizio del mare’, trascorso con una collaboratrice in un albergo vicino al Canal Grande, costato in tutto 1.600 euro, di cui 1.100 per l’albergo e il resto in cene e altro, tra cui le spese di viaggio. Altre imputazioni però, tra cui consulenze, rimborsi chilometrici, l’acquisto di libri, caddero una volta arrivati a giudizio. Tant’è che in primo grado gli furono confiscati circa ventimila euro, mentre la Procura, inizialmente, gli aveva contestato spese illegittime per oltre 940mila. La Corte dei Conti lo condannò inoltre a risarcire la Regione con 518mila euro, per indebiti rimborsi tra gli anni 2011-2012.

Il caso esplose dieci anni fa. L’inchiesta per peculato della Guardia di finanza mise sotto la lente le spese rimborsate con i fondi dei gruppi consiliari. Finirono indagati 41 consiglieri nel primo filone, quello cioè che comprendeva il periodo tra metà 2010 e il 2012 (seguì poi un secondo filone, sulla consigliatura precedente). Nel mirino, 18 consiglieri Pd, 11 del Pdl, tre della Lega Nord, due di Italia dei valori, due di Sel-Verdi, due del Movimento 5stelle, poi uno ciascuno per Federazione della Sinistra, Udc e Gruppo misto.

La cifra da principio contestata, ma poi di gran lunga ridimensionata nel corso dei processi, fu di tre milioni di euro. L’inchiesta sollevò un enorme polverone, ma alla fine di fatto si chiuse con molte archiviazioni e altrettante assoluzioni. La condanna più alta è stata proprio quella di Monari. L’unico in Emilia-Romagna, a finire in carcere, ora.

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