Spese pazze in Regione, nuovo rinvio a giudizio chiesto per Marco Monari

Assieme al'ex capogruppo Pd nei guai anche l’ex consigliera dem Ercolini, per vestiti e giochi on line

L’ex capogruppo Pd in Regione Marco Monari

L’ex capogruppo Pd in Regione Marco Monari

Bologna, 11 maggio 2018 – I guai non finiscono mai per l’ex capogruppo del Pd in Regione Marco Monari, già condannato in primo grado a quattro anni e quattro mesi per peculato nell’ambito del processo sulle spese pazze relative al periodo fra il 2010 e il 2011. Ora la Procura ha chiuso l’ultimo filone d’inchiesta, quello relativo al periodo 2009-2011, e ha chiesto il rinvio a giudizio per Monari e per l’ex consigliera dem Gabriella Ercolini. Al primo il pm Morena Plazzi contesta spese illegittime per 4.475 euro, alla seconda per 4.831. Nella richiesta, che ora dovrà essere vagliata dal gup, il pm elenca, a carico di Monari, una serie di rimborsi «giustificati come spese per il funzionamento del gruppo», ma che invece sarebbero stati «costi sostenuti per spese esclusivamente personali e scopi diversi da quelli previsti dalla legge o addirittura espressamente vietati dalla stessa normativa».

Fra gli addebiti figurano, in particolare, una serie di «rimborsi chilometrici fondati su autocertificazioni non vere» per viaggi fatti da Monari in giorni in cui l’ex capogruppo o era a Bologna o era impegnato in attività non attinenti al suo incarico. Contestate, inoltre, spese per hotel di lusso (fra cui il Grand Hotel Terme Castrocaro e l’albergo Santa Chiara di Roma) e ristoranti di pregio, spesso per due persone. Non solo: ci sono anche 307 euro per l’acquisto di cinque bottiglie di champagne Moet, Mumm e Bollinger al Metro Cash and Carry e da 483 euro per l’acquisto di uno smartphone e di una micro sd alla Comet.

Gabriella Ercolini si sarebbe invece fatta rimborsare, con il benestare di Monari (che risponde in concorso con lei), diverse spese fatte in negozi di abbigliamento, a volte fatte passare per «pranzi o cene di lavoro con amministratori locali» oppure come «regali di Natale», oggettistica di lusso alla Boutique Montblanc, centri estetici, cibo, una cena «priva di qualsiasi motivazione», biglietti aerei (anche se i 567,70 euro di questa spesa, scrive il pm, «sembrerebbero essere stati restituiti in contanti») e perfino anche due spese da 100 euro, fatte con la carta di credito del gruppo, sul sito www.giocodigitale.it.

Il pm, nel chiedere il rinvio a giudizio per entrambi, ha mandato gli atti anche alla Corte dei conti.

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