Regione spese pazze: il Pd è il partito più ‘spendaccione’. Montanari: "Soldi usati per lavoro"

Il consigliere democratico: "Sono sereno. La politica sia più umile"

Roberto Montanari

Roberto Montanari

Ferrara, 11 novembre 2014 - "Sono sereno. Ho sempre e solo lavorato e credo che quello che dico verrà dimostrato nelle sedi opportune». Ha appena ritirato le carte (per Pd e Pdl pare si tratti di plichi da 200 pagine l’uno) relative alla notifica di chiusura delle indagini sull’inchiesta delle cosiddette ‘spese pazze’ il consigliere regionale del Pd Roberto Montanari. Stando a quanto emerge dai documenti, il ‘partitone’ è stato quello più ‘spendaccione’ nel periodo finito sotto al lente della magistratura (cioè quello che va dal maggio 2010 al dicembre 2011). In particolare ai democratici che siedono nel ‘parlamentino’ di viale Aldo Moro, vengono contestate spese per 940mila euro, somma suddivisa tra i 18 indagati.

Tra i quali c’è anche il nome del ferrarese Montanari. Il consigliere comunque si dimostra fiducioso nel lavoro dei pm e nella correttezza del suo operato. «Rispetto il lavoro della magistratura — ha commentato poco dopo aver ricevuto la notifica di fine indagini —. La politica deve però essere umile. Ci viene chiesta chiarezza sulle nostre spese e noi dobbiamo comportarci con umiltà. Le spese che ho sostenuto — ribadisce — sono servite solo per lavorare». 

Non è escluso che qualcuno dei consiglieri regionali dell’Emilia Romagna indagati per peculato (oltre 2 milioni e 800mila euro la somma contestata) chieda nei prossimi giorni di essere sentito dai pm (titolari sono Antonella Scandellari e Morena Plazzi) per chiarire la propria posizione per cercare di evitare la richiesta di rinvio a giudizio che di solito segue gli avvisi di fine indagine. Ai nove capigruppo all’epoca dell’inchiesta viene contestata l’intera cifra del gruppo di cui devono rispondere o direttamente, perchè appunto si riferiscono a spese personali, o per omesso controllo.

Quanto alla tempistica degli avvisi, arrivati a due settimane dal voto, pare di capire che sia dovuta alla complessità dell’inchiesta. Sembra, per esempio, che gli avvisi per Pd e Pdl siano lunghi circa 200 pagine. Gli avvisi sono stati consegnati sabato alla guardia di finanza per essere poi notificati. Pare infine che alcuni consiglieri abbiano ricevuto una telefonata in cui gli si chiedeva se preferivano ritirare loro l’atto o se lo volevano a domicilio. Tutti gli atti dell’inchiesta saranno mandati alla Corte dei Conti.  

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