Bologna, spray al peperoncino vietato in discoteca

Patto tra locali e forze dell’ordine, ingresso negato a chi ha precedenti molesti e a chi vuole introdurre oggetti pericolosi

Il prefetto Patrizia Impresa

Il prefetto Patrizia Impresa

Bologna, 6 novembre 2019 - Finiti sul banco degli imputati nelle scorse settimane, dopo la chiusura di un locale con l’accusa di aver permesso a minorenni di consumare bevande alcoliche, i gestori delle discoteche bolognesi hanno firmato un patto con Prefettura e Questura – ma lo scheletro del patto voluto dal Viminale risale al 2016 – che li impegna a seguire alcune regole. E ad accertarsi, soprattutto, che i ragazzi tengano un comportamento adeguato. Per questo si aprirà anche un canale inedito di dialogo con le Forze dell’ordine.

In particolare, i gestori si potranno avvalere di una serie di regole per l’accesso e la permanenza all’interno dei locali, condivise con le istituzioni, alle quali i frequentatori dovranno attenersi. Chi non lo farà, potrà essere allontanato. Vietato dunque l’ingresso con oggetti pericolosi, come per esempio il temuto spray al peperoncino, con droghe e alcol, e sarà vietato l’ingresso anche e soprattutto a chi si presenterà alla porta già ubriaco o sotto l’effetto delle stesse droghe, oltre a chi è già stato cacciato. Una sorta di piccolo Daspo. Ma anche non accettare di sottoporsi ai controlli dei buttafuori potrà far restare fuori dai cancelli. Ovviamente, i minorenni non potranno bere alcolici all’interno della discoteca. Una volta usciti, niente schiamazzi e musica ad alto volume.

"È un patto generazionale che consente di garantire a giovani, intercettati in momento di grande libertà come la notte, di poterla vivere senza correre pericolo – ha sottolineato il prefetto Patrizia Impresa –. Il protocollo cade a fagiolo. Andrà messo alla prova, verificando la convinta e determinata adesione dei locali. Noi vigileremo, nella speranza di non dover attuare i provvedimenti repressivi che a volte si sono resi necessari", ha avvertito invece il questore Gianfranco Bernabei.

Rispetto ai minori che entrano in discoteca (la legge consente l’ingresso dai 16 anni), "abbiamo cercato di rendere un po’ responsabili i gestori dei locali – continua il prefetto -, devono capire che ci vuole un controllo sui minori che entrano nel locale. Questo garantisce tutti, ma espone anche tutti, perché i gestori hanno fatto un patto e noi faremo un’attività di controllo sul rispetto da parte loro di questi impegni". Il prefetto Impresa ha detto di voler fare un bilancio dell’applicazione del protocollo tra sei-otto mesi, assieme ai gestori dei locali. "Si poteva scegliere di varare delle norme, ma una decisione del genere non avrebbe coniugato tutti gli interessi in campo – ha concluso la Impresa –: la tutela della sicurezza e l’intrattenimento piacevole che consenta lo sviluppo dell'industria del divertimento. Per la prima volta, tenendo fermo l'obiettivo della tutela della sicurezza, oggi si crea una collaborazione tra parte pubblica e privata".

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