Bologna, il progetto per lo stadio Dall’Ara è quasi pronto. Ora tocca al Comune

I tedeschi di Ece: "Siamo pronti da mesi, speriamo sia la volta buona"

Joey Saputo 12

Joey Saputo 12

Bologna, 11 luglio 2018 - Il puzzle – colpi di scena a parte – comincia a completarsi. Le tessere per il nuovo Dall’Ara ormai ci sono tutte. Tanto che presto la palla potrebbe passare al Comune, chiamato a dissipare i dubbi emersi in questi mesi di attesa. Uno degli ultimi tasselli ad andare al proprio posto è stata l’intesa alla base del progetto per l’outlet della moda che dovrebbe sorgere ai Prati di Caprara, ovvero l’opera chiamata a bilanciare economicamente gran parte dell’investimento per i lavori allo stadio. L’accordo tra Seci (la controllata del gruppo Maccaferri) e i tedeschi di Ece, un’operazione da circa 200 milioni di euro, permetterà ai primi di recuperare quella plusvalenza di circa 30 milioni, decisiva per sostenere il progetto di restyling del Dall’Ara, il cui peso (circa una settantina di milioni) Joey Saputo voleva mantenere sulle proprie spalle solo per metà. Il patron canadese del Bologna in questi mesi ha chiesto di migliorare alcuni aspetti del futuro impianto (a partire dall’avvicinamento delle tribune al campo), con inevitabili costi aggiuntivi. Si spiegherebbe così la necessità di rendere più produttivo il suo utilizzo negli anni a venire: il museo della società e soprattutto il pub–ristorante ai lati della curva Bulgarelli andrebbero letti in questo senso, come fonti di reddito a favore della società per rientrare dall’ingente investimento. I proventi del nuovo impianto, infatti, saranno chiamati a coprire circa la metà della cifra necessaria a rifare il Dall’Ara. E anche Ece, colosso da 22 miliardi di fatturato annuo, scalpita: «Noi siamo pronti da mesi, speriamo veramente sia la volta buona e siamo fiduciosi che sia così – spiega Jerry Boschi, responsabile di Ece Italia – Le proteste dei comitati? Noi realizzeremo solo quanto previsto dai documenti già approvati dal Comune».

Tutto risolto? Non proprio. Intanto perché manca un passaggio. Last but not least, infatti, in Comune aspettano da mesi (e non senza una malcelata irritazione per l’attesa infinita) la consegna del progetto definitivo, con tanto di piano economico finanziario messo nero su bianco. Una richiesta, quest’ultima, ribadita più volte, sia dal sindaco Virginio Merola sia dall’assessore all’Urbanistica, Valentina Orioli, solo pochi giorni fa. La data limite l’ha fissata proprio il primo cittadino: il 15 settembre, un giorno di più e salterebbe tutto. Il progetto potrebbe, comunque, arrivare già nelle prossime settimane o forse slittare al massimo a inizio settembre: la differenza, con agosto di mezzo e gli uffici comunali a velocità ridotta, non sarebbe poi così decisiva, anzi forse ritardare l’invio del plico a Palazzo d’Accursio in concomitanza con il ritorno del campionato potrebbe garantire anche una maggiore attenzione e un effetto positivo sull’opinione pubblica.

Il clima, è inutile negarlo, infatti è cambiato. I tappeti rossi stesi l’anno scorso dalla giunta alla coppia Saputo-Maccaferri sono un lontano ricordo. Riprova ne é il presunto (e mai smentito) pressing del Comune sulla Fondazione Carisbo affinché riacquistasse da Maccaferri il Cierrebi, che resta comunque una parte importante per il piano del nuovo stadio (oltre a un supermercato, lì troverebbero casa anche le società sportive ‘sfrattate’ dai lavori al Dall’Ara). Ecco perché, se di facciata resta la disponibilità a collaborare, i promotori del progetto aspettano segnali rassicuranti dal sindaco Merola, convinti del fatto che senza la volontà politica del Palazzo sarebbe praticamente impossibile arrivare in fondo.

 

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