Stalking, il legale del carabiniere: "Processo in un clima di pregiudizio"

L’avvocato Serena Gasperini ha presentato Appello: "Erano scherzi tra amici"

Migration

"Andremo avanti in Appello, consapevoli che in questa città c’è del pregiudizio quando gli imputati sono appartenenti alle forze dell’ordine". L’avvocato Serena Gasperini, che difende assieme all’avvocato Daniele Fabrizi il maresciallo dei carabinieri Piergiorgio Madonno, condannato in primo grado assieme al collega Gianluca Russo a un anno e mezzo per stalking e abuso di ufficio nei confronti di un avvocato, suo ex legale ed ex amico, ha depositato negli scorsi giorni istanza di Appello. "Abbiamo ribattuto sul fatto che gli scherzi, perché di questo si tratta, erano noti alla persona offesa – dice l’avvocato Gasperini –, che li aveva sempre accettati in un clima di amicizia e complicità. Il grave malessere, lo stato di stress in cui avrebbe versato la parte offesa non è ascrivibile quindi a questo contesto, ma forse la causa va ricercata altrove", dice la legale. Che ribatte anche in punta di diritto: "C’è una Cassazione che ha giustamente derubricato questa accusa di stalking in molestie. Ma in primo grado non se ne è tenuto conto. Io leggo, nei confronti del mio assistito, un’eccessiva severità, frutto di un pregiudizio dovuto alla sua appartenenza alle forze dell’ordine. Per questo, al di là di come andrà l’Appello, sono certa che la Cassazione, dove il mio assistito non sarà il maresciallo Madonno, ma il signor Madonno, valuterà la vicenda nel merito".

Una vicenda in cui è finita anche la moglie del maresciallo, indagata per molestie: "Sulla base – dice ancora l’avvocato Gasperini – di post ciclici, di quelli che si trovano a frotte sui social, generici e senza alcun riferimento personale, postati su Twitter: senza nomi, né commenti, come fa la parte lesa ad essere così certa che quei post si riferissero a lui? Non vedo il nesso, non c’è nessun riferimento, esplicito o meno, alla presunta parte offesa". "Conosco bene l’avvocato – le parole dell’indagata –. Ricordo le pizze che preparavo a casa e le cene che facevamo assieme anche al mare con tutte le famiglie, in un clima confidenziale, di allegria e di condivisione. Non sono mai mancati gli scherzi da entrambe le parti perché condivisi ed accettati da tutti. Ci sono decine di video, messaggi e mail che conserviamo e che ne sono testimonianza. Le famose chat non sono mai state contestualizzate pertanto quello che è emerso offre una chiave di lettura ben distante e distorta dalla realtà dei fatti. Non c’è poi nessun debito con l’avvocato: la famosa parcella tanto enfatizzata quale motivo ‘scatenante’ degli scherzi fu saldata in una settimana, quando mio marito espressamente chiese di chiudere. Non viceversa. Ci sono mail in tal senso. Non capisco ancora il perché di tanto accanimento, ora anche nei miei confronti".

n. t.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro