Stalking Bologna. "Perseguitata dal mio ex, vivo nel terrore"

Il racconto di una quarantenne: "È stato condannato, ma non si rassegna e io ho dovuto stravolgere la mia vita. Non mi sento tutelata"

Sulla vicenda stanno lavorando i carabinieri, che hanno raccolto le numerose denunce

Sulla vicenda stanno lavorando i carabinieri, che hanno raccolto le numerose denunce

Bologna, 30 giugno 2022 - Una storia d’amore finita male, che ha aperto un vortice di due anni da incubo. È la vicenda di una bolognese quarantenne, da due anni vessata dall’ex fidanzato, concittadino di 37 anni, che non si rassegna alla fine della loro relazione. E che non si ferma di fronte alle reiterate denunce (una ventina) sporte dalla ex, né alle misure cautelari che prontamente viola – prima il divieto di avvicinamento, poi gli arresti domiciliari per otto mesi, infine di nuovo il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico –, né ancora alla condanna in primo grado (passata in giudicato dopo la rinuncia all’appello) a un anno e otto mesi senza condizionale, per violazione di domicilio e stalking.

"Ho paura, non vivo più: ho dovuto cambiare abitudini, non esco più da sola la sera, temo sbuchi da dietro ogni angolo – racconta la ex fidanzata sull’orlo delle lacrime –. Anche il mio lavoro ne ha risentito, ho dovuto rinunciare a tante cose a cui tenevo. Vorrei dire che le donne nella mia situazione sono tutelate, ma nel mio caso sento che non è così".

La vicenda inizia nel 2020. Dopo un paio di mesi d’amore, la donna decide di chiudere la storia con il coetaneo. Lui la prende male, entra in casa e con un pugno le sfonda la porta del bagno, dove lei si era rifugiata spaventata dal suo accesso d’ira. Poi iniziano le scampanellate a ogni ora al portone di casa (una volta, dalle 9.30 a mezzanotte), regali e fiori recapitati a casa, ma anche insulti e messaggi offensivi. Una volta, lei apre la porta al fattorino delle pizze e invece si trova davanti lui, che ha pagato la consegna e pretende di entrare in casa e parlarle. A nulla servono le misure cautelari: approfittando dei permessi per recarsi a visite mediche, in almeno un paio di occasioni l’uomo si fa trovare al bar sotto casa della ex o sullo stesso autobus.

A ottobre 2021, la condanna: il giudice Simona Siena, motivandola, parla di una "sistematica azione persecutoria" tanto invasiva nella vita della vittima "da determinarne un turbamento psichico significativo e lo stravolgimento della sua quotidianità", oltre che da causarne un "perdurante e grave stato d’ansia e timore per la propria incolumità" tali da costringerla a fare uso di ansiolitici e rivolgersi a un centro di salute mentale.

Dopo l’esecutività della sentenza, a fine aprile gli viene tolto il il braccialetto elettronico (il suo difensore, l’avvocato Fabio Pancaldi, ha chiesto di scontare l’anno di pena restante con l’affidamento ai servizi sociali); tre giorni dopo i due ex si incontrano al bar. Ne segue una lite e pure una colluttazione tra la quarantenne e un’amica dell’uomo, intervenuta come ’intermediaria’ tra i due: la prima riporta lesioni al collo con sette giorni di prognosi. È il 3 maggio scorso: da allora la donna ha sporto altre tre denunce, dati i continui incontri con l’ex, che, sostiene ancora lei, la segue ovunque. Perciò un nuovo fascicolo è ora aperto in Procura.

"Ma bisogna usare prudenza e valutare correttamente questi episodi e il reciproco ruolo degli attori coinvolti – raccomanda il legale dell’indagato, l’avvocato Pancaldi –. Rispettiamo la condanna, ma abbiamo molte evidenze testuali che smentiscono i racconti della donna o rischiamo di scivolare nel diritto penale da atteggiamento interiore. In ogni caso, attendo l’esito di questo nuovo filone per valutare eventuali iniziative". Intanto, il suo assistito si è rivolto su suo consiglio a un centro di salute mentale, per ricevere un supporto mirato.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro