Stanze Covid a Bologna, l'Ausl: "Saranno in ogni reparto"

Fabbri, direttrice Presidio unico ospedalierio: "Nuova organizzazione per abbattere le liste d’attesa". Ma per i privati non ci sono fondi in più

La stanza è dedicata a chi non ha sintomi gravi

La stanza è dedicata a chi non ha sintomi gravi

Bologna, 12 aprile 2022 - Niente più reparti chiusi per essere interamente dedicati a chi ha contratto il coronavirus, ma ’Covid room’ collocate in ogni reparto a patto che i pazienti non abbiamo sintomi gravi, come infezioni polmonari. A spiegare quella che, da ieri, è la nuova organizzazione degli ospedali bolognesi afferenti all’Azienda Usl è Giuliana Fabbri, direttrice del Presidio ospedalierio Ausl (nove strutture).

Covid oggi: il bollettino 12 aprile dell'Emilia Romagna

"Questo è un cambiamento epocale che ci permettere di gestire tutti i pazienti Covid, sintomatici e asintomatici. Naturalmente chi è ha sintomi continuerà a essere ricoverato in reparti ad hoc a seconda della gravità – chiarisce – altrimenti se ne farà carico ogni reparto". Fabbri chiarisce meglio il concetto: "Se siamo in presenza di una persona che arrivata in ospedale per un’operazione, ad esempio, di tipo ortopedico o neurologico e risulta positivo al tampone ma non ha nessun sintomo, non è ragionevole spostarlo in un reparto Covid: è meglio che resti una stanza dedicata ma all’interno dell’Unità operativa della patologia per la quale ha bisogno dell’intervento o della terapia. E’ chiaro che questo aumenta un po’ la complessità all’interno di ogni reparto, ma questi anni ci hanno insegnato molto a livello di prevenzione. Quindi credo non ci saranno problemi". La nuova organizzazione segue la direttiva regionale che cerca di gestire contemporaneamente le infezioni da coronavirus ma anche chi soffre di altre patologie o sta attendendo da molti mesi l’intervento chirurgico.

"Bisogna dare una risposta al Covid ma anche a tutte le altre malattie – prosegue Fabbri –. Le ’Covid room’ all’interno degli ospedali del presidio Ausl saranno un centinaio, poi vedremo quali saranno le evoluzioni della pandemia che, mi auguro, andando verso l’estate e con l’alto tasso vaccinale, si attenuerà. Preciso comunque che all’interno del Maggiore, al sesto piano, resteranno 36 posti letto ma si tratta di un reparto flessibile che può ampliarsi come restringersi. Al dodicesimo piano ci sono altri otto letti dedicati ai pazienti più critici. Altri 36 posti sono nell’ospedale di Vergato, mentre a Villa Laura per la degenza ordinaria ci sono ancora 21 letti e a Villa Nigrisoli, per la bassa intensità, ce ne sono 55".

A proposito di privati, per le cliniche è arrivata la gelata: del milione, e passa, di euro che sembrava dovesse essere disponibile per implementare la chirurgia quindi velocizzare l’abbattimento delle liste di attesa, non c’è nulla. "Non ci sono risorse aggiuntive. La nostra disponibilità resta ma con vincoli ragionevoli. Con ogni probabilità con le strutture private verranno trattate solo le prestazioni più urgenti – afferma Averardo Orta, presidente dell’Aiop (l’associazione che riunisce l’ospedalità privata). Di quei fondi che sembravano essere disponibili un mese fa non c’è nulla".

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro