Stefano Bonaccini Stop a Merola sui No a priori "Nessuno si illuda: Bologna non è già vinta"

Il governatore dopo il muro del primo cittadino sui civici di Tonelli e Italia Viva: "Mai fare un progetto contro, ma uno per la città. Una coalizione larga è forte se hai un programma. Non escluderei nessuno senza motivo. Se mi verrà chiesto, darò idee"

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di Valerio Baroncini

Civitanova Marche, quattro ore di sonno, Bologna, Modena, ancora Bologna. E ora qui, all’Hotel Guercino, in Bolognina: Stefano Bonaccini, dopo svariati comizi, molti chilometri, trenta ore di politica e due di intervista nel salotto di Patrizia Finucci Gallo, è ancora un fiume in piena. Mezzanotte, mascherina e "mano sul cuore", continua a rispondere a domande, dubbi, sollecitazioni. "Come una Madonna", scava dietro le ritualità il professor Roberto Grandi, uno che di comunicazione politica qualcosa sa. E tra pierre, imprenditori, volti noti del jet-set il mantra del governatore dell’Emilia-Romagna è uno solo: l’orgoglio "della buona politica", la rivendicazione "della dignità" e del "lavoro fatto", in un copione che dalle amministrative 2021 si allunga fino al Congresso Pd e al Covid. Bastone e carota. À la Bonaccini.

LE AMMINISTRATIVE 2021

"Mai fare campagna contro qualcuno, ma solo per qualcosa – dice Bonaccini, e il riferimento è alle frasi del sindaco Virginio Merola che voleva alzare un muro contro Italia Viva e la Bologna Civica di Giancarlo Tonelli –. Alle Regionali di gennaio abbiamo preso voti, nel centrosinistra, da chi non ci ha mai votato: 155mila croci sono state apposte sul mio nome, molte altre sulla lista senza simboli che mi sosteneva e che a Campogalliano, il mio paese, ha ottenuto il 16% contando anche su persone con un passato in Forza Italia. A Bologna serve un progetto per Bologna, non contro qualcuno".

LA COALIZIONE LARGA

"Ha senso solo se hai un programma e se lo condividi. Il voto è sempre nobile e non vedo perché escludere qualcuno a priori. Poi il dibattito non deve farci paura: con la mia giunta, ci chiudiamo in una stanza e parliamo, a volte urliamo. Ma poi usciamo compatti: quando andiamo fuori, non facciamoci compatire. Se mi verrà chiesto, darò una mano a Bologna con un contributo di idee. Ma stiamo attenti: nessuno si illuda, Bologna non è vinta, non si vince per intervento divino".

LE SARDINE

"Molti non ci credono, ma con il loro leader Mattia Santori ho parlato solo il lunedì dopo il voto. Hanno dimostrato che c’era tanta più gente che voleva stare insieme e affermare un’identità di quanto pensassimo. Tutti mi sconsigliavano, quindi, di tornare in piazza Maggiore. Ma mi sono detto: meglio scoprire adesso come andrà, no? E avevo ragione. In politica ci vuole coraggio: quando piove si dimostra il proprio valore, non quando c’è il sole".

I SONDAGGI

"98 su 100 mi davano per sconfitto. Era un’elezione importante, ma forse caricata di un significato superiore a quello reale, e forse per questo ho preso più meriti di quanti ne abbia in realtà avuti. Un merito? Non avere mai reagito a una sola provocazione".

LE REGIONALI IN TOSCANA

"Come andrà? Non sono il mago Otelma. L’obiettivo è vincere ovunque si può. Se vince Giani rimarrà centrale la sanità pubblica, se vice Ceccardi ci sarà il modello lombardo, lo ha già detto, e vuol dire che una parte non piccola verrà privatizzata".

LE FIERE

"Una unica holding regionale può essere utile per tutti. Ci può rendere protagonisti in Italia e in Europa. Pensiamo ad esempio alla valorizzazione dei prodotti, all’export. Se le fiere si aggregano, c’è grande potenza di fuoco. Sugli aeroporti invece il discorso è differente: dico no a soldi a fondo perduto, ma un aiuto concreto in caso di investimenti".

IL CUORE

"Non sono stati anni in cui andavi a casa con gli applausi. Fare politica è complesso: rivendico la dignità di quello che facciamo. Dormo 4-5 ore per notte, sono fortunato. Ho fatto tanti sacrifici, anche nei confronti della famiglia, ma non mi lamento. Sto bene con me stesso. Si vede, no?".

I SOCIAL

"A volte rispondo ai commenti e mi piace gestire la mia pagina. Io non giudico gli altri in base alla stima che hanno di me. Ma mi arrabbio quando mi danno del disonesto o faccio le cose per interesse".

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