
Stefano Dall’Ara, presidente di Scs Consulting, era a Roma per lavoro già da qualche giorno. E all’Olimpico, si è commosso...
Stefano Dall’Ara, presidente di Scs Consulting, era a Roma per lavoro già da qualche giorno. E all’Olimpico, si è commosso come tanti altri. Pensando a Renato, che per lui era come un nonno.
"Che gioia – dice Stefano –. Sono sicuro che il primo a essere felice per questo successo, lassù, è proprio Renato". Indica una stella che splende su Roma, Stefano, e ricorda la parentela con Renato. "Renato non aveva figli, ma aveva adottato, di fatto, mio padre Augusto. Quando è scomparso, avevo poco più di un anno. Lui era stato così contento, per il lieto evento, che insieme con la moglie Nella, fece una donazione molto importante a mio nome al santuario di Santa Rita da Cascia".
Stefano non l’ha praticamente conosciuto, ma le storie legate al ’nonno’ fanno parte della sua infanzia. "Renato aveva sofferto parecchio negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta. Gli rimproveravano di non aver più vinto come negli anni Trenta. Con gli Agnelli, i Moratti e il Milan non era facile. Ma voleva riportare lo scudetto a Bologna. E ci riuscì".
Renato scompare quattro giorni prima del celebre spareggio.
"Sempre all’Olimpico – dice Stefano, sempre più raggiante –. Come la Coppa Italia di dieci anni dopo. Come oggi. Credo che questo Bologna abbia molti punti di contatto con quello di Renato. Lui era un imprenditore facoltoso, ma impose un modello quasi virtuoso oggi sostenibile. Bulgarelli, Fogli, Perani, poi Haller e l’intuizione del vincente Bernardini. Sì, vedo proprio analogie con questa squadra. Un anno fa la qualificazione alla Champions, che valeva uno scudetto. Oggi la Coppa Italia".
Stefano è rimasto in stretto contatto con altri eredi degli eroi del 1964. "Mi sento con Mariolina, figlia di Fulvio Bernardini e Mirko, figlio di Romano Fogli. Siamo tutti felicissimi".
E’ in contatto anche con il Bologna di oggi, Stefano, che pure ha passato una vita a fare canestri, in maglia Gira, ricoprendo ruoli dirigenziali di alto livello nella pallacanestro.
"C’è una bella amicizia con Fenucci. Claudio è una persona che stimo. E che lavora benissimo con lo staff che lui e Saputo hanno creato. Un anno fa la qualificazione Champions, poi le cessioni di Zirkzee e Calafiori. Sulla carta sembrava un anno meno felice. La società ha lavorato al meglio. E a Roma ha raccolto i frutti di questo impegno. Ma adesso lasciatemi festeggiare la Coppa Italia con i miei amici".